In questi giorni è stato pubblicato sul sito web della ASL Latina il nuovo Atto Aziendale della ASL Latina. Dalle premesse si legge che sono stati sentiti il Collegio di Direzione, il Consiglio dei Sanitari e la Conferenza Locale per la sanità ma la Lega Spi-Cgil del Sud Pontino esprime “riserve e perplessità sui contenuti del documento di modifica dell’atto Aziendale”.
“Il documento approvato – spiega il segretario generale Cgil Spi Lega Sud Pontino Giulio Morgia -, modifica di fatto quello precedente approvato dall’ex direttore generale Caporossi; peraltro, manca il Piano Strategico per cui non è possibile verificare le effettive modalità di realizzazione di alcune delle modifiche ipotizzate. In sostanza è previsto il potenziamento dei Distretti socio sanitari, ma non viene detto come, né viene spiegato quali strutture saranno utilizzate dato che quelle esistenti sono per lo più inadeguate a garantire gli obiettivi dell’integrazione socio-sanitaria, dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali. Ma v’è di più in quanto nei distretti manca anche il personale amministrativo e tecnico indispensabile per tutto il buon funzionamento del Distretto stesso. Non si parla delle case della salute promesse da tempo e che potrebbero svolgere una funzione di filtro per i ricoveri ospedalieri specialmente per gli anziani, i cronici, la popolazione con problemi di fragilità ma la cosa che balza agli occhi è quella del sostanziale ridimensionamento della rete ospedaliera con particolare riguardo al Presidio centro e del Presidio Sud”.
PRESIDIO OSPEDALIERO SUD: GAETA – FORMIA – MINTURNO – “Delle tre strutture presenti – sostiene Morgia -, Gaeta è di fatto chiusa e così pure Minturno: in entrambe ci sono solo due Punti di Primo Intervento che dovrebbero essere chiusi in base al D.I. 70/2015, ma ciò non potrà avvenire fino a quando non sarà potenziata l’assistenza primaria. Nota dolente il grave e ingiustificato ritardo della Casa della salute prevista da anni a Gaeta. Per quanto riguarda invece Formia si ritiene che la questione più grave sia rappresentata dal servizio di cardiologia e in particolare dell’emodinamica che per carenza di personale funziona solo nelle ore antimeridiane dei giorni feriali, costringendo i pazienti più gravi nelle altre ore non coperte dal servizio ad andare a Latina a rischio della vita. Purtroppo a causa della assunta carenza di personale molti altri servizi e reparti hanno difficoltà a dare risposte adeguate in tempi brevi. Mancano procedure formalizzate e condivise per snellire i percorsi assistenziali e molti pazienti sono costretti come per l’oculistica a recarsi a Terracina o Fondi per gli accertamenti e per gli eventuali interventi. In sostanza la chiusura dei due altri ospedali del golfo ha fatto sì che tutti i pazienti dell’hinterland convergano su Formia creando problemi rilevanti sia al pronto soccorso che ai reparti più importanti come la medicina generale e la chirurgia generale, per non parlare dell’ortopedia dato che è stata chiusa quella di Terracina.
Tutto ciò si aggrava ancor di più nel periodo estivo quando circa duecentomila persone si riversano nell’area del Golfo e come sempre appesantiscono l’unica struttura attiva aggravando la sofferenza della struttura nonché del personale che è costretto a turni massacranti anche a causa della inadeguata programmazione. Inadeguata è anche la strumentazione sia per quanto riguarda le apparecchiature più importanti come la RMN (per la quale occorre trasportare i pazienti a Latina) che anche per le apparecchiature più elementari. Molti problemi potrebbero essere superati con un più esteso ricorso all’informatizzazione ma risulterebbe che si seguiti a trasmettere ancora gli esami elettrocardiografici via FAX”.