Accolto dalla Cassazione il ricorso di Settimo Pizzimenti contro l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma, che lo scorso anno gli aveva negato sia il beneficio dell’affidamento ai servizi sociali che quello degli arresti domiciliari. Su tali richieste i giudici romani dovranno così tornare a pronunciarsi, riesaminando l’istanza presentata dal 36enne di San Felice Circeo.
Pizzimenti è stato condannato a otto anni di reclusione per il tentato omicidio della figlia della compagna, una bambina di dieci mesi. La piccola, il 22 gennaio 2011, venne soccorsa nella sua casa al Circeo. Era in coma, vittima di fratture ed emorragie diffuse frutto di un pestaggio, per cui ha anche perso un occhio. L’operaio venne considerato l’autore di quella violenza e condannato.
Per la Cassazione, però, non hanno molta importanza la gravità del fatto e il particolare che l’operaio non ha ammesso di aver massacrato la bimba, ma per concedere eventualmente benefici devono essere considerati altri aspetti, a partire dalla condotta del condannato in carcere, buona secondo anche una relazione della polizia penitenziaria. Pizzimenti appare così prossimo ad uscire dal carcere.