AGGIORNAMENTO – Non arriva il “pocket money”, i richiedenti asilo della Piana si ribellano. E per ore si rendono protagonisti di una situazione ad altissima tensione che, di fronte a numerosi residenti del centro urbano e semplici passanti sbigottiti, ha visto a lungo impegnato un vasto dispiegamento di poliziotti e carabinieri.
I fatti ieri, a partire da qualche minuto dopo mezzogiorno, quando oltre cento migranti si sono presentati in via Antonio Zara, presso la sede centrale della cooperativa “La Ginestra”, che li accoglie in diverse strutture sparse sul territorio comunale, prendendone di fatto il possesso per circa mezz’ora. Un’occupazione che ha visto il personale messo alla porta, e gli ospiti ormai padroni. Dando luogo a un parapiglia che, a margine, ha visto refertata al pronto soccorso una 45enne del posto, ovvero un’operatrice della coop rimasta con un braccio chiuso nel cancello principale, che gli stranieri si ostinavano a tenere sbarrato. Momenti di confusione e nervosismo preceduti e succeduti da un blocco di fatto della stessa via Zara, comunque secondaria rispetto alla ben più percorsa via Madonna delle Grazie, cui è collegata: decine e decine di aspiranti rifugiati, per la quasi totalità africani, fermi per la via di fronte alla sede de “La Ginestra” rallentando il passaggio delle auto. Nessun incidente o altro, almeno in questi frangenti, ma comprensibili timori da parte dell’automobilista di turno. Timori comuni, ieri, anche a buona parte dei residenti della strada in questione, di sicuro non abituati a certe situazioni di tensione proprio sotto il naso, soprattutto per la portata.
Alla fine tutto si è risolto per il meglio per il tempestivo, provvidenziale intervento in forze degli agenti del Commissariato e dei militari della Tenenza locale, carabinieri supportati anche da colleghi provenienti da altri presidi del comprensorio. Diversi, i manganelli bene in vista, per fortuna rimasti inutilizzati. Il personale della cooperativa e le forze dell’ordine hanno prima riportato progressivamente la calma, poi messo in campo una prolungata opera di mediazione che ha spinto il fiume di stranieri a sotterrare momentaneamente l’ascia di guerra e, man mano, a disperdersi. Intorno alle 16, il ritorno alla normalità. Non senza strascichi. Per adesso sono pronti ad essere espulsi dal centro, con decreto prefettizio, cinque nigeriani, i più facinorosi, quelli a capo della “presa”. Altri, in corso d’identificazione da parte degli agenti del vicequestore Massimo Mazio, dovrebbero seguirli a breve.
Il motivo che ha portato a tanta agitazione? La mancata corresponsione, lamentavano i migranti, della diaria di settembre, corrispondente a 2,50 euro da destinare ad ognuno di loro per le spese extra e i fabbisogni che non vengono soddisfatti direttamente dal centro d’accoglienza di turno. “Non è né colpa nostra né della Prefettura. I fondi per sopperire al cosiddetto ‘pocket money’ sono bloccati da tempo a livello governativo”, hanno spiegato a riguardo da “La Ginestra”. Da dove, di fronte all’ennesimo problema legato agli oltre trecento ospiti complessivi delle sue strutture, tornano a provare a spiegarsi con i concittadini: “Come in altre occasioni, il gruppo è stato caricato da pochi personaggi, che dopo i disordini abbiamo velocemente segnalato alle autorità e che prestissimo saluteranno”, è stata la giustificazione. “Non bisogna generalizzare. Ma chiediamo ancora scusa ai fondani per l’accaduto, comprendiamo noi per primi come certe situazioni siano spiacevoli”.
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