Referendum, Comitato per il No in piazza a Fondi

A Fondi la Sezione Intercomunale dell’Anpi e l’AssociazioneMurales– Arci – scrive uno dei rappresentanti del Movimento Corrado Pesce –, facendo seguito al lavoro svolto a partire dallo scorso mese maggio, continuano il loro impegno nel Comitato per il NO al Referendum sulle modifiche costituzionali volute dal Governo. In vista del Referendum, fissato per domenica 4 dicembre p.v., il Comitato “Io Voto NO” di Fondi sarà di nuovo in piazza, con un gazebo informativo, anche il prossimo fine settimana:

  • Sabato 22 ottobre dalle ore 17,00 alle ore 20,00 in piazza Matteotti (nei pressi del Castello);
  • Domenica 23 ottobre dalle ore 10,00 alle ore13,00 in piazza Matteotti (nei pressi del Castello).

Da “Le ragioni del NO” – opuscolo informativo del Comitato nazionale:


logo-comitato-per-il-no-di-fondi-anpi-e-arci-contattiAndiamo al referendum perché i Sì in Parlamento non sono bastati. La Costituzione deve essere di tutti. Altrimenti non potrà essere strumento di unità, ma solo l’ennesima causa di divisione. Ecco perché i Costituenti hanno previsto che le sue modifiche non potessero essere fatte da un solo partito e neppure dalla sola maggioranza parlamentare. Le leggi di revisione costituzionale devono essere approvate dai 2/3 dei parlamentari e, se ciò non è possibile, rimesse alla decisione ultima dei i cittadini. Dire no, in questo caso, è dire: “Non potete farlo senza di me. Voglio decidere anch’io.

Dire NO in questo Referendum per poter dire Sì migliore domani. La riforma della Costituzione che siamo chiamati ad approvare o a respingere risponde ad una chiara logica di accentramento del potere. Suggerendo che sia solo occasione di spreco e di cattiva politica, la riforma svaluta definitivamente il ruolo del Parlamento, facendone un burattino nelle mani della falsa maggioranza creata dall’Italicum. Garantisce al Governo il sostegno scontato di una Camera composta – ancora una volta – soprattutto di nominati. Consegna ad un solo partito, potenzialmente minoritario nel Paese, sia il potere legislativo sia quello esecutivo, indebolendo i contropoteri previsti dalla Costituzione o svuotandone di fatto la portata. Si riprende molti dei poteri affidati alle Regioni e, rimandando al futuro il potenziamento effettivo degli strumenti di democrazia diretta, crea nuovi ostacoli a quelli già esistenti. Se questo è il cambiamento a cui dovremmo dire Sì, farlo rischia di toglierci il potere di prendere, domani, una qualunque posizione. Dire no, in questo caso, è dire: “Un solo sì non mi basta! Al referendum costituzionale io voto NO.