Affondamento Rosinella, maggior chiarezza sulle cause dopo l’autopsia sul corpo di Giulio Oliviero

Si svolgerà venerdì pomeriggio presso l’obitorio del cimitero di Castagneto a Formia l’autopsia sul cadavere mummificato di Giulio Oliviero, il comandante di 44 anni del peschereccio “Rosinella” ritrovato, a sei mesi esatti dall’affondamento, nascosto tra le reti ammassate nel gavone-deposito dello scafo. Sono state operazioni delicatissime quelle che si sono protratte sino a notte fonda presso la banchina del porto commerciale di Gaeta cui hanno partecipato gli agenti della locale Guardia Costiera, il nucleo “NBCR” dei Vigili del Fuoco giunto appositamente da Latina ed il personale specializzato dell’agenzia funebre “Salvatore Salemme” di Gaeta.

Giulio Oliviero
Giulio Oliviero

La nomina del medico legale sarà ufficializzata in mattinata da parte del sostituto Procuratore della Repubblica di Cassino, Marina Marra, il magistrato titolare delle indagini che confida molto nell’esito dell’esame autoptico per tentare di risalire alla dinamica e alla cause dell’affondamento della paranza a 62 metri di profondità nel tratto di mare a largo di Punta Stendardo di Gaeta. Intanto le fasi, concitate, del ritrovamento dei poveri resti del comandante Oliviero fanno parte integrante di una prima relazione tecnica che il perito di fiducia invierà alla Procura corredata da moltissime fotografie definite “molto interessanti” per capire cosa è avvenuto a poche ore dalla partenza del “Rosinella”, che non è stato sequestrato, dal Molo Azzurra di Formia. A chiedere tempi certi e l’individuazione di eventuali responsabilità su quanto avvenuto sono la vedova del comandante Oliviero, Rosa Imparato, assistita dall’avvocato Vincenzo Propenso di Castellamare di Stabia, e i familiari degli altri due marittimi tunisini deceduti, padre e figlio di 60 e 25 anni, i cui interessi sono curati dall’avvocato Antonio Crisci di Napoli”.