“Inserire l’ex Icos nel piano delle alienazioni comunali dei prossimi anni è un errore strategico che rischia di compromettere definitivamente le possibilità della nostra città di riprendere possesso di Palazzo M”. Lo dichiara il consigliere comunale di Latina Massimiliano Carnevale.
Premesso che questo contraddice nella sostanza le dichiarazioni del neo segretario di Lbc, Pietro Gava, che durante la conferenza stampa tenuta insieme al sindaco Damiano Coletta aveva illustrato come il riappropriarsi di Palazzo M fosse una priorità per questa amministrazione comunale, dichiarazioni da me apprezzate e fortemente sostenuta in sede di intervento in consiglio comunale, laddove ho ribadito con forza che la riqualificazione del centro deve partire dal recupero del nucleo di fondazione e carattere prioritario riveste appunto il Palazzo M.

Restituire alla città lo spazio per eccellenza da destinare a sede universitaria, con una biblioteca all’altezza della sempre maggiore richiesta dei nostri studenti, aprendolo così alla cultura, allo studio e alla socialità è un obiettivo che tutte le forze politiche devono perseguire nell’interesse della nostra comunità.
A tal proposito avevo letto con interesse le successive dichiarazioni dell’ex sindaco Vincenzo Zaccheo che rappresentava come l’Accordo di Programma tra Guardia di Finanza, Università La Sapienza, Comune e Provveditorato alle opere Pubbliche fosse ancora vigente in mancanza di un atto ufficiale di revoca.
Mettere in campo ogni azione per valutare il ripristino del percorso per arrivare ad un obiettivo strategico sarebbe dunque la strada più semplice e opportuna da seguire per restituire una grande opera architettonica e uno spazio culturale alla nostra città, oltre e soprattutto accompagnato dalla necessità di ridare dignità al nostro territorio attraverso la bonifica di tutta l’area dove insiste l’ex Icos ormai ridotta ad un buco nero.
Oggi invece, a quanto pare, il Sindaco Coletta e la sua giunta stanno scegliendo di seguire altre strade che non ci sono note e stanno disattendendo un Accordo di Programma di cui, invece, dovrebbero chiedere il rispetto da parte di tutte le parti in causa e in particolare dal provveditorato alle Opere pubbliche che, in qualità di stazione appaltante, ha tutt’ora in custodia l’ex Icos.
Mi auguro, come molti cittadini di Latina, che ci sia un ripensamento anche perché in presenza di un accordo vigente, la vendita di un bene individuato come parte fondamentale di quell’accordo potrebbe mettere a rischio il Comune in caso di un’eventuale controversia giudiziaria amministrativa con il conseguente pericolo di esborso di denaro pubblico”.