Un imprenditore da tempo in difficoltà finanziarie, fattosi ammaliare dal miraggio di facili guadagni al soldo dei narcotrafficanti. Sarebbe questo il profilo del 59enne fondano Antonio Martone, uno dei due pontini finite in manette nell’ambito dell’operazione “Promotor Fidei”, che giovedì ha portato al fermo di 13 persone.
Insospettabile a lungo alla guida di un’azienda della Piana attiva nella distribuzione di carni, poi chiusa causa crisi proprio in questi anni, Martone versava in condizioni economiche tutt’altro che rosee, e proprio questa situazione avrebbe costituito il motivo del suo incauto avvicinamento al sodalizio finito sotto la lente d’ingrandimento di Antimafia e Fiamme gialle, con la prospettiva di guadagnare, pare, tra i 25mila e i 30mila complessivi. Secondo le indagini il suo ruolo sarebbe dovuto essere quello dell’improvvisato corriere di denaro – 100mila euro, almeno nei piani, successivamente saltati – per il Brasile. Sotto l’egida di Nicola Napoletano, 68enne nativo di Milano ma stabilmente residente a Terracina. Considerato nell’occasione il trait d’union tra la base e il vertice, colui che avrebbe messo materialmente in contatto il gregario Martone con altri degli indagati, oltre che indiretta emanazione del presunto capo del gruppo.
Difeso dall’avvocato Enzo Biasillo, il 59enne imprenditore di Fondi si trova ora ristretto presso la casa circondariale di Latina. Ieri mattina, al termine del blitz con annessa perquisizione domiciliare, i militari operanti hanno rinvenuto due pistole, regolarmente detenute, ed altrettanti zaini risultati contenere numerose munizioni di diversa tipologia e calibro. Decine di colpi che l’interessato avrebbe ad ogni modo giustificato come un hobby: una semplice collezione, a suo dire. Versione che non ha comunque evitato il sequestro, cui seguiranno specifici accertamenti tecnici.