Slitta la sentenza per la morte di un’anziana ospite di una comunità alloggio di Aprilia, che per l’accusa sarebbe stata un vero e proprio omicidio compiuto abbandonando la donna in un letto, senza cure. Davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina sono state ultimate le arringhe e hanno poi replicato il pm Cristina Pigozzo e l’avvocato difensore Carla Bertini. L’udienza è stata quindi aggiornata al prossimo 10 ottobre, per la replica dell’avvocato Gaetano Marino e la sentenza.
Il pubblico ministero Pigozzo ha chiesto per i cinque imputati settantuno anni di reclusione. I fatti risalgono al 18 aprile 2010. Elisabetta Pinna, 85 anni, ospite della casa per anziani apriliana, quando venne ricoverata all’ospedale di Anzio versava in pessime condizioni e spirò poi in quello di Gallarate. Per gli inquirenti la donna sarebbe stata lasciata senza cure e senza nutrimento. Un omicidio. Il pm, ritenute provate le accuse, ha chiesto nel dettaglio 14 anni e 3 mesi di reclusione per Alfio Quaceci, 71 anni, gestore della comunità alloggio Villa Sant’Andrea, 14 anni e 4 mesi per la collaboratrice Maria Grazia Moio, e 14 anni e 1 mese a testa per l’infermiera Gheorgeta Palade, romena, residente a Nettuno, e per gli operatori Noemi Biccari, di Nettuno, e Carmelina Maggiordomo, di Anzio. Chiesta invece l’assoluzione solo per Luciana Liberti, di Nettuno. Nelle repliche il pubblico ministero ha ripercorso la sua memoria e specificato che il cosiddetto dolo eventuale emerge dalla mancata convocazione di un medico per visitare la 85enne. Un’affermazione quest’ultima che l’avvocato Bertini ha invece sostenuto non corrispondere a verità, specificando chi e quando aveva visitato la vittima. Si torna in aula il mese prossimo.