Emergenza Immigrazione, “a Fondi più che altrove”. Il Consiglio comunale chiede intervento della Prefettura

LA NOTA DI FORZA NUOVA

“Finalmente. Il nucleo locale di Forza Nuova ha presenziato all’incontro pubblico, voluto dall’amministrazione comunale con le cooperative che accolgono i “migranti” africani, ed il risultato è stato a dir poco esplosivo, rivelando la vera e unica faccia dei “benefattori” in questione: quella dei lucratori che si stanno arricchendo con i clandestini. Forza Nuova non può far altro che plaudire ed apprezzare la decisa posizione del sindaco Salvatore De Meo, che ha letteralmente preso di petto il responsabile della cooperativa “Ginestra” (definita dal suo stesso responsabile “azienda”) e quelli della cooperativa “Karibù” di Sezze e della cooperativa “Azalea”, ultima arrivata ad attingere nel piatto ricco.


Disperata quanto ridicola la reazione del rappresentante della “Ginestra” che si è prodotto in un attacco alle posizioni dell’amministrazione, tentando di giustificare la sua attività di accoglienza dei clandestini come una sorta di atto dovuto nei loro confronti visto “l’uso del gas nervino da parte dell’Italia” durante e conquiste coloniali del secolo scorso, e dichiarando che, se dovessero arrivare, accoglierebbe altri mille clandestini.

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Più furbi i due rappresentanti della cooperativa “Karibù” di Sezze, africani anche loro, che però non sono riusciti a celare che il 70% dei loro ospiti non hanno diritto alcun all’asilo politico. Ormai la posizione di questi soggetti che fingono di fare beneficenza e che stanno ingrassando con i clandestini è chiara. Forza Nuova, dunque, esorta il sindaco Salvatore De Meo a far seguire le dovute azioni alle sue parole, impedendo a questi affaristi dei clandestini di ospitare altri parassiti che non fuggono altro che dalla voglia di lavorare e bighellonando tutto il giorno per le strade di Fondi o molestando, mendicando, i clienti dei supermercati. Subito dopo, i forzanovisti hanno manifestato il loro pensiero affiggendo, sotto il porticato di via Manin, uno striscione con scritto “STOP AL BUSINESS DELL’ACCOGLIENZA”.