“La risposta ottenuta oggi in consiglio regionale al question time – annuncia il consigliere regionale Giuseppe Simeone in una nota – sull’interrogazione che ho presentato per conoscere nel dettaglio, dal 2013 ad oggi, quali e quante siano state le assunzioni autorizzate in deroga al blocco del turn over e quante di queste suddivise per specialità siano effettivamente operative, tra medici, infermieri, tecnici e operatori socio sanitari nei singoli ospedali della provincia di Latina, offre un quadro perfetto, quanto avvilente, dell’interesse che questa Regione e il suo presidente hanno rispetto ad un settore fondamentale per la vita dei cittadini come la sanità. Zingaretti per l’ennesima volta ha ritenuto tanto importante le eccezioni sollevate da non presentarsi.
Ha affidato all’assessore Buschini una risposta fatta di numeri al lotto che hanno evidenziato come la Regione non solo non interviene per risolvere le criticità ma non effettua neanche l’azione di controllo a cui è deputata tanto da non avere idea delle unità realmente operative nei nostri ospedali. Sino ad oggi, spulciando ogni singolo decreto firmato dal presidente, risultano in tre anni e mezzo 90 assunzioni autorizzate per la Asl di Latina. Di queste non un medico, non un infermiere, non un tecnico in carne ed ossa è entrato stabilmente a far parte dei reparti dei nostri ospedali. A dimostrarlo l’emergenza causata dalla carenza di radiologi per il servizio di emodinamica di Latina che rischiava di restare bloccato da sabato e che è stato assicurato solo grazie alle capacità del personale impiegato.

Stessa situazione per il reparto di neurochirurgia sempre del Goretti, che dovrebbe essere Dea di II livello ma è a malapena Dea di I livello, dove ci sono solo cinque medici più il direttore della Uoc a fare i salti mortali per effettuare interventi di eccellenza, per le sale operatori che lavorano a ritmo dimezzato a causa dell’assenza degli anestesisti. Non fanno eccezione l’ospedale di Formia che è da aprile del 2015 che attende, come assicurato dal presidente Zingaretti, cardiologi e tecnici necessari ad estendere h24 un servizio che funziona solo part time tanto che i cittadini pregano di non avere un infarto la sera o nei giorni festivi perché si troverebbero senza assistenza. Per non pensare al Fiorini di Terracina e al San Giovanni di Dio di Fondi dove i reparti, come la chirurgia, sono spostati, accorpati, spalmati come nel gioco delle tre carte creando solo disorientamento e disagi ai pazienti e al personale, già esiguo, impiegato. Oggi il quadro reale della sanità non è fatto di disservizi ma di reparti letteralmente in tilt segnati da carenza strutturale di infermieri, da pronto soccorso in cui a causa della mancanza di posti letto i pazienti sono ammassati peggio che su un carro bestiame. Situazioni di cui Zingaretti e la sua giunta non hanno la dimensione e che fanno cadere nel vuoto del disinteresse, ormai manifesto, le dichiarazioni propagandistiche che riempiono le agenzie di stampa, non certo i corridoi e le stanze dei nostri ospedali, di disperazione.
Lo ho annunciato in aula e lo ribadisco ogni giorno finchè avrò voce. Non intendiamo far parte di questo gioco al massacro. Presenterò altre dieci, cento, mille interrogazioni e leggerò tutti gli atti citati in aula mettendo Zingaretti di fronte alle proprie responsabilità. Perché è inaccettabile che l’offerta sanitaria della provincia di Latina e di tutto il Lazio sia disegnata nell’immaginario di Zingaretti, scritta su carte che non hanno riscontri nella realtà, a discapito dei cittadini. La sanità è una bomba ad orologeria che rischia di scoppiare da un momento all’altro. Non ci ascoltano? Siamo pronti ad occupare la Regione finchè non vedremo che qualcosa sta cambiando. E non si tratta di una minaccia ma di una promessa”.