Raccolta rifiuti a rischio a Gaeta, sequestrato centro Ecocar

Aggiornamento ore 12 – Sono potuti regolarmente uscire i mezzi della Ecocar che si trovano presso il centro direzionale sequestrato ieri e impegnati nel comune di Gaeta per le consuete e quotidiane operazioni di rimozione dei rifiuti.

L'ingresso al centro direzionale Ecocar in contrada Piroli da ieri sotto sequestro
L’ingresso al centro direzionale Ecocar in contrada Piroli da ieri sotto sequestro

E’ quanto si apprende dal Comando del Corpo Forestale dello Stato – Stazione Itri i cui agenti ieri hanno sequestrato il centro direzionale della Ecocar ubicato in contrada Piroli, sulla strada per Itri, nelle vicinanze della cava Cardi. Il provvedimento, su richiesta della Procura della Repubblica di Cassino e a seguito di numerose segnalazioni, a quanto emerge sarebbe stato adottato in seguito alla denuncia secondo cui dalla struttura, che svolge anche funzione di officina meccanica, sarebbero state sversate nei terreni circostanti coltivati a uliveto acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose. In particolare derivanti dalla pulizia degli automezzi utilizzati per la raccolta dei rifiuti nel comune pontino.


Mezzi per la raccolta dei rifiuti all'interno del centro direzionale Ecocar
Mezzi per la raccolta dei rifiuti all’interno del centro direzionale Ecocar

Una tegola pesante per la Ecocar, già gravata da un’interdittiva antimafia, titolare del servizio di smaltimento rifiuti anche a Minturno (dove a luglio si è avuta anche una intimidazione a mano armata verso alcuni operai), attenzionata dalla Guardia di Finanza, e che, per quanto in questo caso non legata, arriva due giorni dopo l’operazione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha portato, nell’ambito di un’inchiesta sulla gestione del ciclo dei rifiuti, all’arresto di venti persone tra cui il Presidente della Provincia di Caserta oltre a numerosi Sindaci e imprenditori casertani.

A CASERTA NON VA MEGLIO – Proprio in quella ordinanza di oltre 500 pagine, infatti, leggendo le dichiarazioni rilasciate da Antonio Scialdone, uno dei maggiori esperti del settore rifiuti, si apprende del coinvolgimento della ditta romana nella cosiddetta truffa sulla frazione organica. Nel dettaglio, dichiara Scialdone agli investigatori il 25 novembre 2015 : “Si è tenuto presso una delle sedi di rappresentanza della Impresud a Maddaloni, un incontro tra i vertici delle  società più forti nel settore, ovvero Impresud, Dhi e Ecocar. Io stesso ho partecipato a questo incontro, quale consulente della Dhi e ricordo che tale incontro fu patrocinato politicamente dall’allora vice sindaco del comune di Caserta Enzo Ferraro, che tra l’altro era anche dipendente della Ecocar. In tale incontro fu raggiunto  un vero e proprio accordo di cartello avente ad oggetto la spartizione del territorio della provincia di Caserta, relativamente alle procedure di aggiudicazione degli appalti relativi ai rifiuti”.

E, ancora, precisando in un interrogatorio del marzo 2016 incentrato sul business delle frazioni organiche: “E’ la fase che consente i maggiori margini di guadagno. Le imprese che gestiscono la raccolta elaborano un sistema di falsificazione della effettiva quantità dei rifiuti conferiti. Tale sistema consiste nel far risultare che le tonnellate di umido nelle piattaforme siano mascoscopicamente superiori rispetto a quelle realmente conferite. Attraverso il meccanismo della falsificazione delle pesate, le società che gestiscono le piattaforme guadagnano sulla differenza di tonnellate. Pensate che ogni tonnellata conferita costa al Comune mediamente 130 euro e che ogni giorno vengono smaltite circa 1220 tonnellate in tutta la provincia di Caserta”.

Una situazione a dir poco esplosiva, già oggetto di audizione presso la commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, che il sequestro effettuato ieri certamente non raffredda.