La hanno scambiata per un rifiuto e, nel compattatore dove è stata gettata, quella fine ha fatto. In realtà era un’opera d’arte che nessuno si era preoccupato di segnalare agli operai della Formia Rifiuti Zero, in questi giorni “messi sull’attenti” in vista del Festival della Città Sostenibile, dal 16 al 18 settembre al Parco De Curtis. Colpa loro o di chi non l’ha segnalata? Poco conta considerati i risultati.
L’installazione, opera di Carlo De Meo, dall’evocativo nome di “Sostenibile”, era stata realizzata con oggetti e legnami attraverso “un’azione di raccolta di materiale abbandonato nelle campagne formiane”.
“L’opera ambientale – scriveva De Meo nella presentazione – giocava su un rapporto strettissimo, sia geometrico che simbolico, tra il luogo e le tematiche portanti del festival ricostruendo uno spazio visionario tra due pini, un lampione e una panchina su cui è ancora scritto: alzò il braccio al cielo ma non per indicar le stelle. Frase che raccontava di un uomo che, adagiato al tronco di un pino, sollevava un braccio per sostenere l’altro pino”.
Messo al corrente, l‘assessore Claudio Marciano si è rammaricato di quanto accaduto: “I fatti non sono ancora chiari – ha detto -: gli operatori sostengono di aver trovato l’opera già divelta e di aver raccolto semplicemente dei pezzi di legno nero sparsi per il Parco. Purtroppo, nei giorni scorsi, abbiamo registrato degli episodi di vandalismo al De Curtis: panchine divelte, giochi per i bambini danneggiati, pali della luce rotti. (Quanta energia spesa male, e quanta pena mi fa lo spirito di chi sfoga il suo nichilismo con atti di brutalità nei confronti di oggetti utili alla comunità quando ci sarebbero miliardi di ingiustizie contro cui rivolgere la propria rabbia). Potrebbe essere andata così, o forse gli operatori sono stati talmente insensibili nella loro solerzia da confondere un’opera con una solida base figurativa con un ammasso di rifiuti. Anche se un episodio simile successe col catino firmato di Duchamp, non credo sia questo il caso: non ci voleva certo Achille Bonito Oliva per distinguere un’installazione come questa da un accumulo di rifiuti”.
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