“Nell’anno 2015 a Sperlonga ci sono state 30 nascite e 49 decessi, confermando una tendenza che ormai si ripete da diversi anni: il nostro paese invecchia e la nostra comunità sta lentamente scomparendo. Ma il dato più significativo è quello del numero di abitanti d’età compresa tra zero e 19 anni, che da 523 nel 2011 è sceso a 478 nel 2015“.
Lo scrivono in una nota i quattro consiglieri di minoranza, componenti della civica “Sperlonga Cambia”.

“I dati, contenuti nel Documento Unico di Programmazione (Dup) approvato dalla giunta comunale nei giorni scorsi, indicano chiaramente che nel nostro paese i giovani sono sempre meno e le scuole che chiudono ne sono una conseguenza diretta. Se dall’anno prossimo tutti gli alunni di Sperlonga, dalle materne alle scuole medie, potranno seguire le lezioni nella struttura scolastica presente a piazza Santa Laura, quando fino a pochi anni fa gli edifici scolastici attivi erano tre, appare facilmente comprensibile la portata del problema.
Ovviamente l’invecchiamento della popolazione e la diminuzione delle nascite sono un fenomeno diffuso in tutta Italia, ma che si verifica in maniera più eclatante nei piccoli centri come il nostro.
A Sperlonga, tuttavia, ci sono altre considerazioni da fare. A partire dall’inizio degli anni 2000, infatti, sono stati riversati sul nostro territorio migliaia di metri cubi di cemento armato. Si è costruito ovunque, sono state realizzate centinaia di nuove abitazioni, ma le giovani coppie di Sperlonga, nonostante questa enorme colata di cemento, non hanno avuto la possibilità di acquistare una casa e sono stati costretti a trasferirsi nei comuni limitrofi, nelle grandi città o all’estero.
Nessuna politica incentivante a favore delle giovani coppie che volessero rimanere a vivere nel nostro paese, nessuna forma di contribuzione da parte dell’amministrazione comunale volta a favorire la formazione di nuovi nuclei familiari.
Lo spopolamento del nostro borgo non è più solamente un pericolo lontano, ma anno dopo anno, giorno dopo giorno, sta diventando una realtà concreta e tangibile.
I dati contenuti nel Dup, oltre a fotografare questa realtà, segnano in modo evidente anche le responsabilità politiche e sociali di chi ha governato in questi ultimi vent’anni, permettendo che la speculazione edilizia favorisse gli interessi di pochi privati venuti nel nostro paese esclusivamente per lucrare, mentre i giovani e le famiglie sono state costrette ad andarsene.

Una responsabilità politica che si fa ancora più grave se si considerano i cantieri bloccati, le inchieste giudiziarie e i sequestri relativi al piano integrato, il cui progetto fu presentato ai cittadini come la soluzione a tutti i problemi perché avrebbe portato prosperità e ricchezza. A distanza di anni, invece, basta fare un giro a piedi, in bicicletta o in macchina per rendersi conto di cosa ha portato il piano integrato a Sperlonga.
I numeri contenuti nel Dup sono chiari e impietosi, fotografano una realtà di fatto, ma a preoccupare, oltre al dato in sé, è il silenzio dell’amministrazione comunale: non un commento, non una presa di posizione, non una dichiarazione ufficiale. Si tenta, ancora una volta, di nascondere un problema che è sotto gli occhi di tutti.

Il piano integrato rappresenta il simbolo della politica fallimentare attuata da chi ha amministrato il paese negli ultimi vent’anni ed è quindi chiaro il motivo per cui questa classe dirigente si rifiuta di affrontare l’argomento, ma ci sono tanti cittadini di Sperlonga che attendono risposte e che hanno visto bocciare dalla Cassazione il proprio ricorso sui sequestri preventivi disposti dalla magistratura.
L’amministrazione comunale dovrebbe avere il coraggio di affrontare la questione e dire chiaramente se è in grado di fornire risposte serie e concrete ai cittadini di Sperlonga.
Noi siamo pronti ad affrontare un dibattito nelle sedi competenti, illustrando le nostre idee e le nostre proposte per tentare di sbloccare una situazione che continua a pesare sul presente e sul futuro della nostra Comunità. Di promesse, di favole, di bugie ne abbiamo sentite fin troppe. Ora è arrivato il momento di ascoltare risposte e soluzioni concrete”.