Trascorsa (finalmente) anche l’ennesima estate di fuoco, contraddistinta da reparti e servizi ancor più ai minimi termini o naviganti a vista, zoppicante pronto soccorso in primis, per cercare di mettere alle spalle le nubi sempre più nere che aleggiano sull’ospedale di Fondi è di nuovo tempo della via del dialogo istituzionale.
O almeno del tentativo di far giungere per mezzo della politica locale ad Asl e Regione le istanze provenienti dal comprensorio, “preda” di un atto aziendale che non piace e di una sanità che appare troppo spesso schizofrenica e distante dagli effettivi bisogni degli utenti. A migliaia, quelli che fanno riferimento al “San Giovanni di Dio”, negli anni andato incontro a una progressiva contrazione dell’offerta, ed ormai da tempo alla ricerca di un ruolo che non sia quello di cattedrale nel deserto, cui sembra invece relegato.
Quale futuro, per il presidio della Piana? Di certo non quello finora disegnato dall’Azienda sanitaria e dai vertici della Pisana. Tanto per gli utenti e per realtà sempre battagliere come il Comitato e la Fondazione San Giovanni di Dio, quanto per la classe politica fondana, che già a più riprese aveva espresso in maniera bipartisan seri dubbi sulla politica sanitaria attuata nei confronti del nosocomio di via San Magno, chiedendo la fine delle criticità e nel contempo un mirato potenziamento. Richieste finora cadute nel vuoto, a dispetto delle (quasi) puntuali rassicurazioni di chi di dovere. Si riproverà nei prossimi giorni.
A PAGINA 2: LA POLITICA RIACCENDE I MOTORI, SETTIMANE DECISIVE. IL SINDACO: “NON ACCETTIAMO DEPAUPERAMENTO”