Fondi: Mof all’asta per debiti. Di nuovo

Ci risiamo. Lungi dal palesarsi, la pace tra i bancali del Mof. E’ ancora “scontro tra titani”: la maggior parte dei beni del Gigante verde dell’ortofrutta è pronta ad essere messa nuovamente all’asta per una bussata a soldi del Gigante dell’informatica. Immobili per un valore stimato in oltre 25 milioni di euro, pronti sulla carta a finire nelle mani del miglior offerente a fronte di un debito pari a poco più di 420mila euro, vantato da anni dall’azienda Ibm.

Lo stesso contenzioso che già nel luglio del 2015 portò il complesso immobiliare in questione al centro di una prima procedura esecutiva di vendita all’asta, prevista per il 24 settembre successivo e quindi congelata quasi in extremis “sine die” dal Tribunale di Latina, di fronte alle istanze avanzate dai legali del Mercato fondano. A distanza di circa un anno, in un gioco di corsi e ricorsi, la replica. Procedura esecutiva di vendita bis, con la vendita senza incanto fissata presso lo studio di un avvocato del capoluogo per il prossimo 10 novembre. Base d’asta 25,015,500 euro, con possibilità di aggiudicarsi l’intero lotto anche a prezzo di saldo, sborsando “solo” il 75% del valore stimato, poco più di 18 milioni 700mila euro.


Ad essere da tempo pignorati e ora riavviati alla vendita all’incanto fino ad eventuale, ulteriore stop del Tribunale, i beni immobili appartenenti alla Imof spa, la società a capitale misto proprietaria della maggior parte delle strutture e delle aree comuni del Mercato ortofrutticolo di Fondi. Una superficie di quasi 28mila metri quadrati che costituisce il cuore pulsante del Mof. Nel listone pronto sulla carta ad essere mandato all’asta, in un lotto unico, la palazzina del centro direzionale, con annessi uffici e sala conferenze, il centro ingressi, piazzali, parcheggi, porticati, corti e camminamenti vari. Addirittura la casa cantoniera e una cabina elettrica. E, soprattutto, tre capannoni-alveare che contengono decine di stand.

Tutto daccapo verso lo spauracchio costituito dall’asta giudiziaria per via di qualche “tornello per camion”. Un sistema di automazione degli accessi e di casse automatizzate, oggetto di un appalto del 2007 affidato all’Ibm, con entrambi i contraenti però rimasti insoddisfatti: dal colosso dell’informatica lamentano la maxi-fattura non pagata, dal Mercato lavori fatti per nulla a regola d’arte. Per un’annosa battaglia giudiziaria che continua a trascinarsi ancora oggi, mettendo formalmente a repentaglio lo stesso patrimonio immobiliare del centro agroalimentare di viale Piemonte.