E’ oramai nota a tutta la città la profonda devozione di Don Antonio Cairo per San Nilo. Tanto che negli ultimi anni Gaeta ha dovuto assistere ad una sorta di profanazione delle tradizioni, una gara tra Santi, a chi fosse il più celebrato. Erasmo e Marciano, anzitutto, come la Madonna di Porto Salvo. Figure religiose che rientrano nella tradizione cristiana della città, ma che, al contrario del santo di origine calabrese, “non sono autentici” come ebbe a dire proprio l’ex arcivescovo D’Onorio. San Nilo invece è “un autentico Santo di Gaeta”, una new entry, e più volte abbiamo raccontato di quanto si sia fatto, specie negli ultimi anni – don Antonio Cairo e Arcivescovo D’Onorio su tutti – per consentirgli l’affermazione e la consacrazione tra i fedeli.

Sfarzosissime feste, gioielli intitolati a suo nome, pubblicazioni, dolciumi, un mese di festeggiamenti nel mese niliano e addirittura un parco giochi, Niloland. Tutto concluso da abbondanti fuochi d’artificio. Persino un parco pubblico di Gaeta, originariamente intitolato al piccolo Nicolas Green, ammazzato in Italia molti anni fa dopo un tragico scambio di persona, improvvisamente è diventato parco San Nilo. Insomma non si è mai badato a spese per il santo la cui parrocchia è presieduta da Don Antonio Cairo, uno che negli ultimi anni ha incassato molte promozioni nella sua carriera ecclesiastica. Regge tre parrocchie. Tutto con l’approvazione dell’attuale amministrazione comunale che circa tre anni fa aveva programmato l’ingresso della statua nel palazzo comunale di piazza XIX maggio, per poi annullare il progetto dopo le feroci polemiche.

Insomma una carriera, quella di San Nilo, che non può fermarsi davanti a nulla, proprio in questi anni dopo tante battaglie e sacrifici mentre va via via consolidandosi. Neanche davanti alla tragedia del Terremoto. Come ci fa sapere lo stesso don Antonio Cairo con una lettera che, se non fosse firmata, si farebbe davvero fatica ad accettare sia di un parroco. Don Antonio Cairo, infatti, elenca i motivi della decisione di non annullare i festeggiamenti, e ciò che fa più impressione è che i primi due punti sono gli impegni contrattuali con le ditte impegnate nei festeggiamenti e la stampa già avvenuta delle locandine. E la tragedia? I quasi 300 morti? I bambini? Il dolore? Niente, nemmeno una parola. Solo l’annuncio di raccolte fondi e beneficenza varia. Chissà cosa direbbe San Nilo
A PAGINA 2 LA LETTERA DI DON ANTONIO CAIRO CHE CONFERMA I FESTEGGIAMENTI