“Quella norma che ci ha lasciato fuori dal Parlamento europeo è incostituzionale”. Lo vanno ripetendo da due anni l’onorevole pontino Pasquale Maietta e altri 15 esponenti di Fratelli d’Italia. E, dopo che il Tar aveva dato loro torto, la tesi ha ora fatto breccia al Consiglio di Stato che, con un’ordinanza, ha sospeso il giudizio e rimesso la vicenda alla Corte Costituzionale.

I dubbi si appuntano sulla soglia di sbarramento del 4% che, nonostante nel 2014 Fratelli d’Italia avesse raccolto alle europee oltre un milione di voti, ha impedito al partito di sbarcare a Bruxelles. Maietta aveva raccolto ben 9.700 preferenze, il terzo più votato in Italia: senza sbarramento sarebbe stato uno dei “fratelli” europarlamentari.