Dal monitoraggio delle lepri a quello dei migratori, dalla indagine sulla pesca tradizionale a quella sui pipistrelli: il Parco Nazionale del Circeo è pronto quest’anno a spendere quasi 200mila euro. Il Ministero dell’ambiente impone agli enti che gestiscono le aree protette di fissare un piano di impiego delle risorse destinate dallo Stato alle attività di conservazione della biodiversità. E il presidente Gaetano Benedetto ha specificato le iniziative già intraprese che intende portare avanti e quelle nuove che vuole avviare.
Avendo a disposizione 105mila euro quest’anno e avendone ancora quasi 90mila dell’anno scorso, il numero uno del Parco intende proseguire con il progetto per la conservazione della lepre italica, quello sull’impatto antropico del turismo su costa e dune, sul monitoraggio delle specie presenti negli ambienti acquatici, su quello relativo agli uccelli migratori e su quello degli uccelli marini, lasciando solo quello sull’impatto degli ungulati sulla biodiversità del Parco.
Benedetto vuole inoltre avviare anche altre iniziative: spendere 15mila euro per lo studio dei pipistrelli, 30mila per l’analisi delle comunità di uccelli, 9mila per gestire il problema dei cinghiali, avviare l’International Waterbird Census, indagare sulle tecniche tradizionali di pesca artigianale nelle lagune del Lazio e monitorare i migratori che attraversano il Sahara per giungere in Italia, sull’isola di Zannone.
Molti progetti dunque e molto denaro a tutela degli animali del Parco, ma molti anche i problemi irrisolti, da quello dei daini, che in un anno hanno subito un forte ridimensionamento ad opera dei bracconieri, a quello dei mufloni, che proprio a Zannone sono ridotti a scheletri.