Omicidio in famiglia a Sessa Aurunca, arrestato a Fondi

Aggiornamento ore 3.40, 4 agosto – Prima ha ucciso a sprangate in testa lo zio appena giunto dall’Inghilterra, poi è tornato a Fondi, mettendosi a lavorare come nulla fosse nell’attività in cui era regolarmente impiegato, un parrucchiere in centro.

Una storia di ordinaria follia che martedì nella Piana ha visto finire in manette un 20enne indiano, Gaurav Kainth, residente in città, regolarmente in Italia ed incensurato. Gli agenti della squadra mobile della Questura di Caserta, in collaborazione con i colleghi del Commissariato di Sessa Aurunca, lo hanno rintracciato a poche ore dal brutale omicidio del 53enne Beldev Kainth, avvenuto nella prima mattinata proprio nel Comune dell’hinterland Casertano. Il 20enne era giunto a Sessa Aurunca in treno, recandosi presso l’abitazione di alcuni parenti che da qualche giorno ospitavano la vittima, arrivata in Italia per un breve soggiorno. Una visita rivelatasi fatale: al culmine di una violenta lite il giovane ha impugnato una sbarra di ferro ed ha colpito ripetutamente il parente, accanendosi in particolar modo al capo, fino a fargli fuoriuscire materia cerebrale. Subito dopo, la fuga e il tentativo di dissimulare l’accaduto facendo ritorno a Fondi e presentandosi regolarmente a lavoro.


Nel frattempo il 53enne aggredito è stato trasportato in fin di vita presso l’ospedale di Sessa Aurunca, venendo trasferito nella clinica di Pineta Grande a Castelvolturno, dov’è stato sottoposto ad un disperato intervento chirurgico. Nulla da fare. E’ spirato dopo qualche ora. Troppe e troppo estese, le lesioni al cranio.

Ascoltati i parenti di vittima e carnefice, nonché altri testimoni, gli agenti casertani si sono messi sulle tracce del fuggitivo quasi nell’immediatezza, chiudendo dunque il cerchio col blitz nell’attività fondana, nel pomeriggio. Il 20enne, dopo aver fornito sostanziali ammissioni, è stato destinatario nella primissima mattinata di giovedì di un fermo di indiziato di delitto che l’ha portato ad essere ristretto nel carcere di Latina. Verrà interrogato dal gip nella giornata di venerdì.

A scatenare la furia omicida, secondo la versione fornita a caldo, un’aspra disputa familiare di natura immobiliare, su una casa nel lontano Punjab indiano. Per quanto riguarda l’arma del delitto, è stata rinvenuta abbandonata in un campo a pochi metri di distanza dall’abitazione che ha fatto da sfondo alla lite finita nel sangue. Una spranga di circa 50 centimetri, hanno spiegato telefonicamente dalla Questura di Caserta, con tracce ematiche con tutta probabilità riconducibili all’aggressione mortale e a breve al vaglio dei laboratori della polizia.