Nucleare, De Monaco (Msi-Dn): “Il Comune di Latina ora si affretti”

La centrale nucleare a Borgo Sabotino

“Quanto accaduto con i cosiddetti fondi Sogin è di una gravità inaudita. Comuni che sono soltanto vicini a una centrale nucleare, come Minturno, hanno ottenuto milioni di euro, mentre quello di Latina, infischiandosene di un contenzioso fondamentale per reperire risorse da impiegare sul territorio, non vedrà un centesimo. Una vicenda ancor più pesante se si pensa che proprio dal capoluogo pontino, che da oltre 50 anni deve sopportare la servitù della centrale di Borgo Sabotino, partì la battaglia per avere il ristoro”.

Salvatore De Monaco
Salvatore De Monaco

Lo dichiara Salvatore De Monaco, già candidato sindaco Msi-DN a Latina e vice presidente della Provincia durante l’amministrazione Cusani.


“Nel 2007 fu infatti su iniziativa dell’allora sindaco Vincenzo Zaccheo che venne costituita l’Ancin, l’Associazione nazionale Comuni italiani nuclearizzati, affiliata all’Anci, e Latina, per volontà di tutti i sindaci dei Comuni dove insistono tali impianti, venne scelta come sede nazionale dell’associazione. Come previsto dalla legge 368/03, vennero ottenute misure di compensazione, in pratica diversi milioni di euro. Fu una delle tante battaglie con cui i Governi di centrodestra di questo territorio riuscirono a intercettare risorse dal Governo centrale. Un esempio tra i tanti quello di via Massaro, che sarebbe diventata la circonvallazione del mare alternativa alla viabilità dell’attuale lungomare, per cui il sindaco Zaccheo riuscì a recuperare i necessari fondi e lasciò, prima della caduta dell’amministrazione, il progetto esecutivo e otto milioni di euro.

Come Provincia, ricevendo il 25% dei fondi Sogin diretti a Latina, d’intesa con il Comune utilizzammo quel denaro per riqualificare il capoluogo pontino. Un esempio è il porto in costruzione di Rio Martino. Poi, caduta la giunta Zaccheo, tanto i commissari quanto il nuovo sindaco non si sono curati di aderire alla causa intentata dagli altri Comuni parte dell’Ancin contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Cipe e il Mef, che per un’errata interpretazione dell’esecutivo avevano ridotto il ristoro del 70%. Gli altri Comuni hanno ora ottenuto una sentenza favorevole dal Tribunale di Roma e a Latina non arriverà un centesimo. Il sindaco e la stessa presidente della Provincia si attivino subito per recuperare il tempo perduto, assicurandosi che almeno per i prossimi anni a Latina arrivi la totalità delle somme previste come ristoro per la centrale nucleare. Non è accettabile neppure pensare di perdere altri milioni di euro, con una marina che è ridotta a pezzi e in cui c’è bisogno più che mai di risorse per riqualificarla”.