Incinta e in carcere: la 31enne di Fondi in libertà, ma ancora senza un tetto

Il Tribunale di Latina

E’ tornata in libertà lunedì mattina S.N., la 31enne di Fondi al sesto mese di gravidanza in carcere da lunedì a Rebibbia con le accuse di rapina e lesioni personali per l’accoltellamento di un 21enne indiano. Episodio registratosi lo scorso aprile alla stazione, e che insieme alla donna aveva visto finire in manette E.P., un 69enne del posto, accusato di aver sferrato materialmente i fendenti dopo un alterco legato a una prestazione sessuale della donna rifiutata dallo straniero.

Una storiaccia, che si innesta su quella di una vita ai margini: da anni dedita al mestiere più antico del mondo, la 31enne, già madre di tre figli, vive da anni una situazione di profondo disagio. Situazione su cui nei giorni scorsi aveva puntato il suo avvocato, Giulio Mastrobattista, che aveva scritto al gip di Latina Pierpaolo Bortone per chiedere la sostituzione della custodia cautelare in carcere con una misura meno afflittiva.


Istanza accolta appunto ieri dal giudice, che aveva saputo dello stato interessante nel corso dell’udienza di convalida: “Non sussistendo esigenze cautelari di eccezionale rilevanza”, ha scritto Bortone nell’ordinanza di scarcerazione, “in ragione del presumibile rispetto delle prescrizioni imposte all’indagata e dello stato di incensuratezza della stessa il pericolo di reiterazione criminosa appare adeguatamente scongiurabile mediante il controllo dei movimenti assicurato dall’applicazione dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria”.

Libera con obbligo di firma. Unica via d’uscita da Rebibbia, peraltro: “La misura degli arresti domiciliari sarebbe concretamente non eseguibile”, ha specificato il gip. Perché? La donna è risultata senza fissa dimora. E senza un tetto lei e il feto in grembo (gli altri figli non vivono con lei) lo sono tuttora, nonostante il suo legale venerdì scorso avesse chiesto al Comune di reperire un posto in una struttura protetta. Fino a buone nuove la 31enne incinta rimarrà virtualmente in strada, a vivere come sempre tra privazioni ed espedienti.