Lottizzazione abusiva, nuovo sequestro a Sperlonga

Una vecchia immagine del cantiere

AGGIORNAMENTO – Due villini a pochi metri dal mare di Sperlonga abbattuti, per fare prossimamente posto a diciotto unità abitative distribuite su tre livelli esterni e con un quarto interrato, destinato a vani tecnici. Cubature pronte a lievitare a dismisura con unico permesso a costruire, che sarebbe stato peraltro impossibile da dare, e quindi viziato, come pure i successivi pareri ed atti sovracomunali. Abbastanza per far configurare l’ipotesi di lottizzazione abusiva e portare al sequestro del cantiere, eseguito nella tarda mattinata di lunedì dai carabinieri della Stazione del borgo rivierasco. Un sequestro preventivo dal valore stimato in nove milioni di euro e disposto dal gip Mara Mattioli, che ha avallato le richieste del pubblico ministero Giuseppe Miliano e del collega Valerio De Luca.

Non certo una novità, i sigilli in quell’area. Dal giorno dell’apertura il cantiere in questione, in località Canzatora, nei pressi della Flacca e di via Cristoforo Colombo, era già stato stoppato a più riprese per abusivismo edilizio, in particolare per via del presunto mancato rispetto dell’indice di fabbricabilità della zona. Riavviate grazie all’ok del Tribunale del Riesame, che aveva annullato i precedenti provvedimenti di sequestro, le ruspe e le betoniere sono però state bloccate ancora una volta. Nell’occasione per una sospetta lottizzazione abusiva, come anticipato, ipotesi di reato nata dai nuovi elementi emersi dalla consulenza e dalla relativa integrazione delegata nei messi passati dalla Procura ad un tecnico, affiancato negli accertamenti dai carabinieri.


Dal Comune a salire, tutti avrebbero “dimenticato” i precisi vincoli esistenti su quel fazzoletto di territorio, su cui secondo le indagini vige il divieto di edificabilità assoluta per via di prescrizioni legate alla viabilità. Una sorta di amnesia burocratico-amministrativa, se non fosse che le autorizzazioni per l’intervento urbanistico legato alle unità abitative da costruire sarebbero giunte “anche attraverso false rappresentazioni di dati”, come sottolineato dal gip nel motivare gli ultimi sigilli. Per un insieme di atti amministrativi che si presumono “illegittimi e illeciti”. In contrasto col Prg, ma anche con il Ptp, Piano territoriale paesistico, che per quell’area consente a quanto pare solo interventi conservativi, senza la possibilità di autorizzare cubature eccedenti rispetto quelle esistenti: le cubature previste col nuovo progetto, stando agli accertamenti tecnici eseguiti per conto di via Ezio, avrebbero una consistenza circa tre volte superiore a quelle dei due villini abbattuti.

Sei, gli indagati a vario titolo per la presunta lottizzazione abusiva. A partire dai tre proprietari e committenti dei lavori, oltre che intestatari del permesso a costruire, ovvero un 49enne sperlongano, e un 48enne ed 45enne domiciliati a Casoria. Passando per il direttore dei lavori Rocco Faiola, di Sperlonga, fino ad arrivare all’ex capo del comparto urbanistico del Comune Massimo Pacini, residente a Monte San Biagio, e al campomelano Francesco Paolo Zannella, funzionario della Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici.