Ogni anno sono migliaia i giovani che varcano la soglia della facoltà di Economia di viale XXIV Maggio a Latina. Ansie per gli esami, appunti ma anche risate e sigarette fumate nel grande giardino esterno della struttura a pochi passi dal centro.
Ma quelle stanze, quegli alberi, quell’imponente muro di cinta, pur rappresentando un vanto per la città, sono molto di più. Una storia che per anni è rimasta sopita, sconosciuta a molti e che è stata riportata in auge, da poco più di quattro anni, grazie a diverse manifestazioni culturali. Una di queste è sicuramente il reportage storico girato dalla giornalista documentarista di origine pontina Emanuela Gasbarroni, dal titolo “Fuga per la Libertà” il cui making of verrà proiettato nella seconda serata di Inchieste d’Estate, quella del 16 luglio.
Dal 1957, pochi mesi dopo l’invasione dell’Ungheria, in quello stesso fazzoletto di terra vennero accolte circa ottanta mila persone che scappavano dai paesi dell’est europeo, restavano in questo villaggio anomalo dentro la città per alcuni mesi e poi ripartivano verso l’Australia, il Canada e gli Stati Uniti. Un fiume umano di donne, bambini e uomini che arrivavano nel campo di accoglienza allestito in una ex caserma e gestito del Ministero dell’Interno. Quasi tutti arrivavano senza nulla, dopo viaggi rischiosi, con gli occhi pieni di fatica e di speranza.
“Io e gli organizzatori abbiamo fortemente desiderato che proprio a Latina e nel corso di Inchieste d’Estate, venisse proiettato il making of di questo fantastico reportage – spiega Andrea Lucidi, ideatore della manifestazione organizzata dall’associazione di promozione sociale Solidarte -. Sarà l’occasione per rivivere quella storia attraverso immagini e interviste inedite, che avranno come protagoniste quelle stesse persone che hanno vissuto nel campo. Ma nello stesso tempo avremmo modo di analizzare il lavoro che c’è dietro un’inchiesta, in questo caso durato poco più di quattro anni. Un lavoro caratterizzato da ricerche storiche, viaggi, incontri con testimoni. Un’analisi che effettueremo insieme all’autrice e quale scenario migliore se non una rassegna di video giornalismo d’inchiesta. Probabilmente per la prima volta a Latina il pubblico verrà messo di fronte al sudore versato per mirare a dei risultati come quello raggiunto da Emanuela Gasbarroni che ha presentato il suo lavoro perfino agli Hot Docs di Toronto”.
Ospite d’onore del 16 Luglio sarà il fotoreporter di Latina Tonino Mirabella, autore di diversi lavori relativi al campo profughi di Latina, tra cui il volume “Sospesi” un racconto fotografico del “Rossi Longhi”, da Campo Profughi a Campus Universitario. Una parola “Sospesi” che rappresenta perfettamente la condizione di quegli uomini e quelle donne che, dietro gli spessi muri del campo, aspettavano che si decidessero le loro sorti e venisse esaminata la loro domanda d’asilo che se accettata, apriva loro le porte dell’emigrazione diretta principalmente verso Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Tonino Mirabella prenderà parte anche al dibattito che seguirà la proiezione del making of dal titolo “Latina tra tesori dimenticati e ricchezza da valorizzare” a cui prenderanno parte anche Michele Catalano vice presidente di Solidarte, Matteo Coluzzi dell’associazione Imago Urbis, Saverio D’Ottavi dell’associazione Fiume Cavata, Nicola Tavolatta direttore provinciale Acli Latina e Fabrizio Giona Il Giornale di Latina. A chiudere la terza edizione l’esibizione del trio Solemani.
L’appuntamento è quindi per il 16 luglio sulla terrazza del Mira Vela Club dell’Hotel Miramare a Capoportiere. L’ingresso è gratuito con possibilità di prenotazione tavoli per cena o aperitivo vista palco. La serata inizierà a partire dalle ore 19 con l’esibizione del centro studi Riflessi di Danza.