Fratricidio a Sezze, Gianni Stirpe condannato a 20 anni

Il Tribunale di Latina

Venti anni di reclusione. Questa la condanna inflitta oggi dal giudice del Tribunale di Latina, Mara Mattioli, a Gianni Stirpe, 46enne di Sezze che, il 27 luglio scorso, uccise il fratello accoltellandolo al ventre e colpendolo al collo con un’ascia. Il giudice ha così accolto appieno la richiesta di condanna formulata dal pm Giuseppe Bontempo, escludendo la premeditazione ma negando all’imputato le attenuanti generiche.

Le armi sequestrate dai carabinieri
Le armi sequestrate dai carabinieri

Il fratricida è stato giudicato con rito abbreviato. Gianni Stirpe e il fratello Luciano, quest’ultimo ampiamente noto alle forze dell’ordine, da tempo avevano discussioni legate a problemi di eredità. La vittima avrebbe anche denunciato l’attuale imputato per calunnia, battendo su esposti presentati nei suoi confronti e ritenuti del tutto falsi. Il 27 luglio i due si incontrarono in località Fontane, a Sezze, e il litigio tra loro ben presto degenerò. Luciano, 51 anni, venne trasportato subito all’ospedale “Goretti” di Latina, ma invano. Troppo gravi le ferite.


Gianni si giustificò, nel corso dell’interrogatorio tenuto dal gip, dicendo di essere stato aggredito dal fratello, che con degli zoccoli lo aveva colpito al volto, e a quel punto di non essere più stato in grado di controllarsi. Per il giudice si trattò però di un “omicidio feroce”. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro 90 giorni e i difensori, gli avvocati Giancarlo Vitelli e Paolo Silipo, già si preparano a presentare ricorso alla Corte d’Assise d’Appello, avendo insistito già in primo grado sull’ipotesi della legittima difesa e dell’omicidio preterintenzionale.

L’imputato è stato inoltre condannato a risarcire gli altri due fratelli, che si sono costituiti parte civile tramite l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo. Il giudice Mattioli ha disposto per loro 20mila euro di provvisionale e il rinvio in sede civile per l’ulteriore quantificazione dei danni subiti. Decisione di cui si è detto soddisfatto l’avvocato Cardillo Cupo, storico difensore di Luciano Stirpe.