AGGIORNAMENTO – E’ stata salutata tra il dolore e l’incredulità di una moltitudine di persone Anna Lucia Coviello, la 62enne impiegata di Poste Italiane dichiarata morta martedì, ad una settimana dall’aggressione subìta da una collega a Sperlonga.
La salma, partita da Latina, dove la donna è spirata, ieri ha affrontato un lungo, mesto viaggio andato a concludersi nel paese che le aveva dato i natali, Castelforte, dove una folla si è raccolta presso la chiesa dell’Annunziata per presenziare alle esequie celebrate dal parroco don Fabio Gallozzi: il sentito omaggio da parte di un’intera comunità, per Anna Lucia.
Non l’unico solenne omaggio rivolto alla 62enne. Prima di raggiungere Castelforte per l’addio, il feretro ha fatto anche tappa a Sperlonga. Un passaggio altamente significativo, che ha visto il parroco don Gaetano Manzo officiare una funzione commemorativa all’interno della chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo. Ovvero il plesso mariano a due passi dal luogo di lavoro della donna scomparsa, l’ufficio postale del paese. E a poche decine di metri dal parcheggio multipiano teatro dell’aggressione poi risultata fatale. Tra i presenti alla celebrazione, oltre a sindaco ed altre autorità cittadine, tanti colleghi e semplici utenti delle Poste, che negli anni avevano potuto apprezzare la gentilezza ed il garbato sorriso di quella donna minuta ammazzata in maniera tanto assurda.
Una morte legata all’ennesimo, banale litigio lavorativo con la 45enne collega di Formia Arianna Magistri, arrestata dai carabinieri a qualche ora dai fatti: finito il turno lavorativo, al momento di scendere nel parcheggio per prendere le rispettive auto, avrebbe cercato ed aggredito brutalmente la Coviello, rinvenuta esanime ai piedi di una rampa di scale. Sulla Magistri, venuta a mancare la collega, pende la grave accusa di omicidio volontario.
Una vicenda che ha portato ad un decesso da lasciare a bocca aperta, e che d’un colpo ha distrutto due intere famiglie. Gente che si sarebbe conosciuta da tempo: al di là dei rapporti tesi tra le due impiegate delle Poste, i Magistri ed i Coviello, hanno spiegato dalla difesa dell’indagata, erano legati da anni di “profonda stima e cordialità reciproca”. Circostanza, questa, che però viene smentita con decisione dai familiari della vittima, che a scanso di illazioni hanno voluto sottolineare come i Magistri non abbiano mai intrattenuto alcun rapporto di amicizia né con la famiglia Ionta (quella del marito di Anna Lucia), né tantomeno con i Coviello.