Minturno, nessuna associazione a delinquere per le truffe

Il Tribunale di Latina

Due condanne e sette assoluzioni. Si è concluso così, a dieci anni di distanza dai fatti e dalle indagini della Guardia di finanza di Formia, il processo a un gruppo di Minturnesi, accusati di aver dato vita a un’associazione per delinquere, specializzata nel riciclare ingenti somme provento di truffe.

Secondo gli inquirenti, l’organizzazione criminale sarebbe stata costituita da Michele Rossillo, Maurizio e Vincenzo Di Santo, Maria Assunta Rossillo, Anna e Maria Cardinale. Rossillo, ricorrendo anche alla società Simmi di cui era amministratore, avrebbe messo a segno i “bidoni”, riscosso il denaro frutto di tali raggiri e lo avrebbe affidato agli altri affinché lo riciclassero in attività finanziarie, operazioni che sarebbero state portate a termine avvalendosi anche di tre società amministrate dagli imputati, la Italiana Montaggi srl, la Dilca Immobiliare, la coop Pirae e la Stefi Immobiliare.


Truffe da centinaia di migliaia di euro. Caduti però in prescrizione diversi reati, tra cui quello di associazione per delinquere, in parte appunto per prescrizione e in parte nel merito sono stati assolti completamente dal Tribunale di Latina proprio Michele Rossillo, Maria Assunta Rossillo, Anna e Maria Cardinale, Romano Innocenzo Marcon, Paolo Migliorato e Fabio Cognini, difesi dagli avvocati Oreste Palmieri, Emilio Siviero, Pierluigi Angeloni, Renato Archidiacono, e Maria Antonietta De Angelis.

Maurizio e Vincenzo Di Santo, per il riciclaggio sono stati invece condannati rispettivamente a 3 anni e 2 anni e 10 mesi di reclusione. Nei loro confronti il Tribunale ha inoltre disposto la confisca di beni per 823.500 euro.