Dio è morto

Sette bicchieri colmi di liquidi diversi si alzarono e abbassarono, con l’intento di far giungere l’ultimo saluto a una persona che – in una maniera o nell’altra – era stata foriera di gioia, nell’abitudine succinta di quei loro giorni grigi, trascinati per inerzia sotto il freddo di quella condizione di disperati e non per caso. Balordi. Mangiamerda a tradimento.

Ronnie James Dio con i Rainbow

I primi due personaggi di questa storia di fango li avete appena conosciuti.


Angelo Della Clementia – età non applicabile – altrimenti noto col nome di Antropophagus per via della strana rassomiglianza col protagonista principale dell’omonima e bellissima pellicola di Aristide Massaccesi. Nullafacente e alla bisogna riciclatore di danaro proveniente dal circuito dello spaccio e della prostituzione. Giocatore d’azzardo. Sessista amante della passera a buon prezzo. Ex alcoolizzato. Ottima attitudine alla recitazione, aveva preso parte a videoclip e cortometraggi con risultati affascinanti e tutt’altro che disdicevoli. Sul capo sei condanne per rapina a mano armata, furto, concussione aggravata ai danni degli esercenti del quartiere in cui abitava, danneggiamento di proprietà privata, detenzione illegale di armi da fuoco, spaccio, aggressione, vilipendio e altre cosucce di poco conto.

Max Condorvisio – da poco superati i quaranta – altrimenti detto il Condor, per via del cognome e della pessima abitudine di gettarsi anima e corpo – senza pensare a eventuali conseguenze – sulle fanciulle più disparate. Pittore edile e restauratore di vecchi edifici. Spesso disoccupato per scelta. Amante della letteratura e delle donne. Aveva dato alle stampe diverse raccolte, dimostrandosi abile sia nel campo della prosa che della poesia. Condannato in appello per atti osceni in luogo pubblico, induzione alla prostituzione, voyeurismo e circuizione d’incapaci, era appena stato rilasciato per buona condotta.

E gli altri? Le identità del resto dell’allegra brigata vi verranno svelate mano a mano, inutile preoccuparvene. Non siete qua per un’analisi qualsiasi o giudizio critico. No. Sedete a questa dannata mensa dei poveri semplicemente per ascoltare. O leggere, se proprio preferite. Un brindisi degno di questo nome andrebbe consumato tra commensali che fanno uso di alcoolici, ne converrete. Beh, diciamo pure che la maggior parte degli individui occupanti quella porzione di territorio ricco d’abominî, si distingueva anche per la varietà delle indisposizioni croniche a livello di salute. Stavano messi male in arnese, detto senza inutili giri di parole. Tutta colpa degli abusi del passato…

[continua]