Nella serata di ieri, sabato 14 maggio, ha preso il via il ciclo di flash-mob predisposti sul territorio di Latina, Roma e provincia da parte del Comitato Scientifico D’Emergenza “CSE Formazione”, affiancati dal Gruppo Animatori e, in questa occasione, da Croce Medical. L’uscita sul territorio di Latina si è svolta nella cornice del Club 42, in via Don Torello, uno dei luoghi simbolo della movida del capoluogo pontino.
Una cornice insolita, che ha risposto bene agli stimoli proposti dalla CSE Formazione: dopo una
breve introduzione, un gruppo formato da 10 operatori sanitari, tra staff infermieristico, soccorritori
ed autisti, si è esibito in una coreografia basata su un brano inciso da Christian Manzi, incentrato
sulla corretta predisposizione del protocollo BLS (Basic Life Support), necessario per la
rianimazione cardiopolmonare. La coreografia si è svolta attorno ad un presidio brevettato dalla
CSE, ed utilizzato nei progetti ludico-sanitari predisposti dal Comitato con realtà scolastiche sul
territorio regionale.
“Il pubblico, da subito interessato, ha subissato di domande, nell’immediato, i partecipanti
all’iniziativa, a dimostrazione dunque di una buona penetrazione del messaggio. Siamo senza
dubbio soddisfatti – ha dichiarato Christian Manzi – perché la nostra intenzione è quella di far capire come sia estremamente semplice salvare una vita. É necessario avere rispetto per il prossimo, ed essere preparati, perché è un qualcosa che purtroppo, in Italia, coglie ancora troppe persone impreparate».
«Il Club 42 lavora con un pubblico adulto – commenta Rino Polverino, imprenditore di Latina e proprietario del Club 42 – e purtroppo è successo qualche episodio in cui ci sono stati clienti che sono stati poco bene: i nostri operatori sono preparati, ma osservare da vicino la modalità in cui è proposto questo argomento ed il coinvolgimento dei presenti, mi fa pensare che sia una buona idea. Questo tipo di evento, a mio modo di vedere, si presta ad entrare nei locali, nelle scuole, e in tanti altri luoghi. Purtroppo, ciò che manca è l’educazione civica e la corretta informazione su determinate situazioni, come questa evidenziata in un modo alternativo. La cultura di oggi porta i ragazzi ad evitare una persona che ha bisogno di soccorsi. Bisogna invece essere pronti a tutto. Teniamo in particolar modo all’aspetto della sicurezza, senza pensare agli incassi».