Uno sciopero che ha interessato tutto il territorio nazionale e un servizio mensa straordinario e annunciato sono la motivazione dei cartelli esposti nei giorni scorsi nelle scuole di Cisterna. A causa di uno sciopero nazionale dei lavoratori dei comparti turistico, pubblici esercizi, ristorazione collettiva, imprese di pulizia strutturate multiservizi, farmacie private indetto lo scorso 6 maggio dai sindacati di categoria Fisascat Cisl, Filcams Cgil, Uiltucs, UIltrasporti per protestare contro il mancato rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, il comune ha attivato quanto previsto dall’articolo 35 del capitolato di gara per la refezione scolastica, ossia il cosiddetto “cestino d’emergenza”.
Il “cestino” prevede due panini, di cui uno con prosciutto cotto e uno con formaggio, un frutto, una merendina e una bottiglia da mezzo litro di acqua minerale, il tutto di uguale valore nutrizionale ed economico al menù previsto per quella giornata. Nei giorni precedenti, le direzioni scolastiche sono state informate della decisione di non interrompere il servizio di refezione nonostante la giornata di sciopero, e queste hanno provveduto ad informare i genitori degli alunni esponendo dei cartelli.

“Non si tratta di tagli o malfunzionamento del servizio di refezione scolastica – afferma l’assessore alla Pubblica Istruzione, Teseo Cera – come qualcuno ha polemizzato sulla stampa locale e sui social network. Al contrario è stato un intervento programmato di gestione di un intervento eccezionale che ha riguardato tutto il territorio nazionale. L’intento è stato quello di non creare disagio agli alunni e ai loro genitori assicurando comunque la fornitura di un pasto, seppure freddo, di uguale valore nutrizionale ed economico. Per rispondere a chi lamenta l’assenza della bottiglietta d’acqua all’interno della fornitura ordinaria – continua Cera –, va precisato che le scuole di Cisterna sono servite dall’acquedotto comunale che garantisce l’erogazione di acqua potabile e pertanto la bottiglia di acqua minerale è prevista in casi particolari come la non potabilità dell’acqua o, appunto, il cestino d’emergenza”.