Associazione a delinquere per vendere barche insicure, Papalini a giudizio anche a Latina

CP 2099 Anzio

Nuovo processo per l’ex dirigente del X Municipio, Aldo Papalini.

Tribunale di Roma
Tribunale di Roma

Mentre a Roma il colletto bianco è imputato con l’accusa di aver spalancato le porte della pubblica amministrazione al clan Spada, favorendoli nell’assegnazione di uno stabilimento balneare a Ostia, a Latina è stato mandato a giudizio, insieme ad altri cinque imprenditori e professionisti, con l’ipotesi che avesse costituito un’associazione per delinquere con cui, commercializzando natanti insicuri anche agli enti pubblici, grazie alla falsificazione dei marchi di garanzia, venivano messe a segno truffe e frodi, oltre a compiere una serie di evasioni fiscali.


Tribunale di Latina
Tribunale di Latina

Vicende in larga parte legate a quelle oggetto del processo in corso per quanto avvenuto sul litorale di Roma e per le quali ora gli imputati dovranno rispondere, il prossimo 17 gennaio, davanti al I collegio penale del Tribunale di Latina.

A indagare su tale fronte è stato il Nucleo speciale della Capitaneria di porto, coordinato dal pm Cristina Pigozzo. L’inchiesta si è sviluppata tra il capoluogo pontino e Roma appunto, con qualche addentellato in Campania.

 

A PAGINA 2 “I COINVOLTI NELL’INDAGINE DELL’UFFICIO CIRCONDARIALE MARITTIMO DI ANZIO E DEL NUCLEO SPECIALE INTERVENTO DELLA CAPITANERIA DI PORTO”

 

CP 2099 Anzio
CP 2099 Anzio

L’INCHIESTA – Un’indagine partita da una denuncia per truffa presentata all’Ufficio circondariale marittimo di Anzio e che ha portato le guardie costiere neroniane e il Nucleo speciale intervento del comando generale delle Capitanerie di porto, a ricostruire l’attività di quella che, per il pm Cristina Pigozzo, sarebbe stata nulla più che associazione per delinquere.

Al vertice della presunta organizzazione criminale vi sarebbe stato Aldo Papalini, 66 anni, di Pomezia, all’epoca dei fatti dirigente del X Municipio di Roma, che l’avrebbe gestita insieme a Vincenzo Pantaleo, 61 enne di Latina. I due, insieme a Vasilica Lupuleasa, 35 enne romena, residente ad Ardea, cognata di Papalini, costituirono la società Italiana Trawler srl, impegnata nella costruzione di natanti nel proprio cantiere di Borgo Sabotino, in via delle Vergini Nuove, che sarebbero però stati privi delle necessarie omologazioni e ai quali sarebbero stati apposti marchi falsi, piazzandoli tanto a privati che a enti pubblici. Vincenzo Pantaleo, in particolare, insieme a Giuseppe Pantaleo, 35 enne di Velletri, si sarebbe occupato della progettazione, della costruzione e della vendita di moto d’acqua e barche, e Papalini, grazie anche al suo ruolo nell’ufficio pubblico di Ostia, di ottenere commesse pubbliche, come quella per il sistema di salvataggio a Castelporziano e appunto Ostia.

 

A PAGINA 3 – LE ALTRE ACCUSE CONTRO PAPALINI: TRUFFE A REGIONE E COMUNE DI ROMA

 

La sede della Regione Lazio
La sede della Regione Lazio

LE ALTRE ACCUSE – Sempre Papalini avrebbe poi utilizzato la Trawler come cartiera, per evadere il fisco. Raggiri iniziati nel 2009 e andati avanti per oltre due anni. Tra le presunte vittime privati cittadini, società campane impegnate in attività di salvamento ed entri pubblici. Una truffa sarebbe stata tentata ai danni del Comune di Anguillara e una messa a segno ai danni della Regione e del Comune di Roma, grazie anche all’aiuto di un geologo, Alfredo Pollini, 68 anni, romano. Una volta sequestrati i natanti, Vincenzo Pantaleo avrebbe infine cercato di ottenerne il dissequestro utilizzando una relazione tecnica fatta dall’ing. Carmine Gigante, 40 enne di Roma, ritenuta dal sostituto Pigozzo falsa.

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina ha ora rinviato i sei a giudizio e il processo inizierà il prossimo anno. Due delle presunte vittime, intanto, si sono già costituite parte civile tramite gli avvocati Giancarlo Vitelli ed Edoardo Fascione.