Bracconaggio a Ponza e Palmarola, è “strage” di volatili. Informati i carabinieri

A Palmarola si spara. I bracconieri sono in azione. Tanto con i fucili quanto con le trappole, approfittando dei tanti uccelli che si fermano sulle isole pontine nel corso della migrazione. A scoprirlo sono stati i volontari del Cabs, che hanno consegnato un carteggio ai carabinieri, dopo le polemiche dei giorni scorsi col sindaco di Ponza, Piero Vigorelli, che ha vietato loro di campeggiare appunto a Palmarola e ha sostenuto che il fenomeno della caccia di frodo è ormai estremamente ridimensionato nell’arcipelago.

“Sono bastate poche ore di permanenza in una piccola isola che doveva essere deserta, Palmarola, per scoprire trappole per l’uccellagione, quaglie prese a fucilate (a fine aprile e in un’area sempre totalmente interdetta alla caccia) e cacciatori in abbigliamento mimetico in movimento, senza fucili, presumibilmente nascosti in qualche anfratto – hanno sostenuto i volontari dell’associazione tedesca a tutela dell’avifauna – ma accompagnati dai cani. Basterebbe questo per smontare la tesi del sindaco di Ponza, Pietro Vigorelli, secondo il quale il bracconaggio nell’arcipelago pontino è ormai ridotto ai minimi termini. Anzi, non esiste proprio.


Una tesi che il primo cittadino sostiene con convinzione mentre continua a vietare qualsiasi approdo e qualsiasi permanenza, anche solo giornaliera, ai volontari del Cabs; proprio quei (due) volontari che hanno appena documentato l’illegalità sopra citata, e che per aver osato raggiungere comunque l’isola (evidentemente a disposizione di tutti ambientalisti a parte),  per impedire la strage dell’avifauna dovranno ora affrontare le conseguenze di una denuncia penale annunciata dallo stesso Vigorelli. Non solo: nel suo slancio iper legalista che vieta l’accesso ai volontari e lo spalanca ai bracconieri, il primo cittadino ponzese ha anche diffuso un diktat tra i potenziali barcaioli diffidandoli dall’offrire passaggi verso lo scoglio “riservato” a sparatori e trappolatori”.

Poi l’allarme su quanto sta accadendo: “Alla luce di ciò, dei divieti e dei diktat, in queste ore Palmarola è tornata zona franca per chi ama cacciare senza regole: basterà la denuncia formale di quanto visto e documentato presentata dal Cabs ai carabinieri ponzesi per riaccendere l’attenzione delle forze di polizia e della politica sul massacro neanche troppo silenzioso che si verifica nell’alto Tirreno? Speriamo di sì; e soprattutto speriamo che, finalmente, agli interessi devastanti, minoritari e intollerabili di una altrettanto intollerabile cerchia di fucilieri si sostituisca la volontà di trasformare le Pontine in un arcipelago per tutti, per gli uccelli, la biodiversità e per i tanti, tantissimi turisti che cercano esattamente questo”.