Premio “Laura Capone Editore”, a Maenza le opere di sette artisti

Maenza, un borgo medievale incastonato tra i Monti Lepini, fatto di stradine e di rocce che via via salgono verso il Castello Baronale, luogo di panorami mozzafiato sulla pianura pontina dove forte è l’evocazione della storia della Cristianità che ha lasciato tracce importanti.

Proprio in una delle stanze del Castello infatti fu ospite uno dei pilastri teologici e filosofici della Chiesa Cattolica, colui che meglio seppe coniugare pensiero aristotelico e Cristianesimo tanto da essere presente in filigrana nella Commedia di Dante, che lo fa parlare proprio nel Cielo del Sole dove si manifestano agli occhi del mortale pellegrino gli Spiriti Sapienti: Tommaso dei Conti D’aquino. “Il bue muto”, altro appellativo dei suoi contemporanei, nacque a Roccasecca di Frosinone ed entrò come oblato a Montecassino e poi a Napoli nell’Ordine dei Frati Predicatori contro il volere della famiglia. Per questo motivo proseguì i suoi studi teologici prima presso Colonia sotto la guida di Alberto Magno e poi nello Studium di Parigi dove divenne docente di teologia. Il “Doctor Angelicus”, autore della Summa Theologiae, fece diversi ritorni in Italia.


Nel gennaio del 1274 si mise in viaggio con Giovanni da Piperno per raggiungere Lione dove Papa Gregorio X aveva indetto il Concilio per il primo maggio di quell’anno. Dopo alcuni giorni di viaggio giunse al Castello Baronale di Maenza, ospite della nipote Francesca che ne aveva sposato il proprietario, Annibaldo II da Ceccano. Qui il Santo si ammalò e qui avvenne il miracolo delle aringhe fresche. Migliorate apparentemente le sue condizioni, si rimise in viaggio verso Roma ma fu costretto di nuovo a fermarsi, questa volta presso l’Abbazia di Fossanova dove la morte lo colse il 7 marzo dello stesso anno. Maenza, nota per aver ospitato questa grande figura di Santo, ospita quest’anno, il prossimo 30 aprile, una tappa del ciclo di presentazioni della III edizione del Premio Nazionale Letteratura Italiana Contemporanea Laura Capone Editore 2015. Il Premio, bandito da Laura Capone Editore e giunto alla sua IV edizione tuttora in corso, si compone di diverse sezioni artistiche che spaziano dal romanzo al racconto, dalla poesia al disegno ed alla pittura. Una realtà nel panorama dell’editoria italiana che nasce come una celebrazione del concetto oraziano dell“ut pictura poesis”, per cui le arti, considerate sorelle, si trovano e si confrontano insieme. Il Castello Baronale di Maenza sarà la prossima tappa, dopo città come Venezia, Firenze, Roma, Napoli e Formia, di una realtà culturale, quella del concorso letterario in questione, che ha come fine la scoperta e poi la promozione sul territorio nazionale di opere ritenute meritevoli. Grazie all’ospitalità del sindaco di Maenza, Claudio Sperduti e dell’Assessore alla Cultura, Roberto Ciccateri, l’evento di Maenza, riprende il dibattito formiano e si configura come una tappa speciale del premio, pensata come una mostra di arte e poesia, un evento in cui arte e letteratura si incontreranno per una riflessione trasversale sull’universo culturale contemporaneo, un vero e proprio tour espositivo e letterario attraverso opere pittoriche e poetiche. Nello specifico un incontro all’insegna del concetto espresso da Orazio nell’Ars poetica per riflettere e dibattere sul rapporto tra arti visive e poesia.

Sette artisti, tra pittori e poeti, Alessandro Porri, Augusto Testa, Fabrizio Bonanni Lab, Ilaria Fermo, Marianunzia Masullo, Paola Orsini e Paola Romano si confronteranno su questi temi, partendo ognuno da una riflessione sulla propria arte rispetto a questo concetto, per poi evidenziare come coralmente si partecipi a questo dialogo tra le arti sorelle, teorizzato proprio nell’Epistola ai Pisoni. Il dibattito sarà coordinato dall’editore Laura Capone. Interverrà il sindaco di Maenza Claudio Sperduti.