Un ricovero impossibile. Otto ore parcheggiato al pronto soccorso dell’ospedale di Fondi nella vana attesa di un posto letto. Che alla fine è sì arrivato, ma a chilometri di distanza, con una differita di dieci ore, e solo grazie al diretto interessamento dei parenti del protagonista di questa vicenda. Un uomo di 105 anni. Proprio così. Un ex agricoltore ultracentenario che in vita sua in ospedale aveva messo piede solamente in un’altra occasione, per una freddura, alle veneranda età di cent’anni. E che martedì, in occasione del sua secondo, obbligato tete-a-tete con i camici bianchi pontini, si è dovuto scontrare con una sanità “malata”.

L’anziano, normalmente autosufficiente, su consiglio del medico di famiglia e previa telefonata, si era presentato al pronto soccorso del “San Giovanni di Dio” intorno alle 14,30, accompagnato da un figlio. Da qualche giorno presentava un preoccupante gonfiore agli arti inferiori, con annesso accumulo di liquido. Serviva un ricovero, come confermato anche dal personale operante. Che, all’arrivo del paziente, si è subito attivato per un elettrocardiogramma e tutte le analisi del caso. Celerità cui è però seguito il vuoto: nonostante i 105 anni suonati, il poveretto è rimasto in sala d’attesa, su una carrozzella, fino a sera inoltrata. Inutilmente.
Nel nosocomio di via San Magno, infatti, per lui non erano disponibili posti letto, né in Medicina né in altri reparti. Come, sostenevano dall’ospedale, non ce n’erano in altre strutture contattate nel corso della lunga, lunghissima attesa dell’ultracentenario. Il “Goretti” di Latina, il “Dono Svizzero” e la “Casa del sole” di Formia, il “Santa Scolastica” di Cassino. Niente da fare, tra il logico stupore dei familiari del paziente “parcheggiato”. Che alla fine, a digiuno e infreddolito, è stato giocoforza costretto a ritornare – in senso figurato, visto il quadro clinico – sui propri passi. Dimissioni volontarie dal pronto soccorso fondano intorno alle 22,30 di martedì. Dopo un’odissea di otto ore fine a se stessa, come anticipato in apertura. A certe latitudini, anche il solo ricovero può essere una chimera. Non c’è età che tenga.

Fortuna ha voluto che figli e nipoti dell’uomo non si siano persi d’animo. Come si è chiusa la vicenda? Poco prima della mezzanotte, di loro iniziativa, l’ultracentenario è stato portato in auto al pronto soccorso dell’ospedale di Formia – uno di quelli che fino a poco prima non aveva posti – e prontamente ricoverato in Medicina, dove si trova tuttora sottoposto a delle terapie. Un finale che appare senz’altro schizofrenico, considerando le interminabili ore di calvario cui il malcapitato utente era andato incontro.