Barca inabissata: oltre quattro ore di odissea per i naufraghi

Drago 54, in un'immagine di repertorio

Dei veri e propri sopravvissuti, i due diportisti che sabato hanno rischiato d’annegare al largo di Terracina: dopo l’improvviso affondamento della loro barca, sono rimasti dispersi in acqua per oltre quattro ore, sorretti dai soli salvagente. Venendo ritrovati solo all’imbrunire, poco prima dell’obbligato stop alle operazioni di soccorso. Si fossero trovati ad affrontare le notte in mare, con tutta probabilità non si sarebbero salvati.

Protagonisti dell’odissea, due turisti di circa 45 anni provenienti dall’hinterland capitolino e in soggiorno lungo il litorale di Fondi, presso il campeggio “Eden”. Nel primo pomeriggio di sabato, partendo dal canale fondano di Canneto a bordo di un natante di sette metri, una “pilotina”, si erano avventurati in una battuta di pesca al largo del porto di Terracina, sui sessanta metri di profondità. Una giornata come tante, all’inizio. Ad un certo punto, non si sa se per via della collisione con qualche relitto o altro, il cabinato ha però iniziato a imbarcare acqua. Talmente tanta da farlo colare  a picco in una manciata di minuti: i due diportisti hanno fatto appena in tempo a indossare i rispettivi salvagente e a fornire la loro posizione approssimativa ad un conoscente, prima di ritrovarsi a galleggiare in mare, senza avere nemmeno il tempo di prendere la zattera di salvataggio. Erano circa le 15. Con le ricerche che si sono protratte fino alle 19,30. Oltre quattro ore in balìa delle onde, come anticipato. Vestiti inzuppati e un panico crescente, per gli sventurati. Sopravvissuti per il rotto della cuffia.


associazione nazionale carabinieri, generica, barcaDopo il loro ultimo contatto, prima dell’affondamento, l’allarme è stato immediatamente rigirato a un componente dell’Associazione Nazionale Carabinieri, che ha quindi allertato ed iniziato a coordinarsi, dal litorale fondano, con la gli uomini della Capitaneria di porto di Terracina, diretti dal comandante Marco Sansò. Per una macchina dei soccorsi andata via via rafforzandosi con l’intervento di un elicottero privato, condotto dal comandante Emo Bientinesi, della scuola di volo “Red Baron”, al Salto di Fondi, e dei vigili del fuoco della squadra 5A del distaccamento di Gaeta. Unico punto di riferimento dato dai dispersi, “la cava di Fondi”. Troppo poco. Cominciando, col passare del tempo, a far prospettare il peggio. Risolutivo, nel tardo pomeriggio, l’apporto dell’elicottero “Drago 54” dei vigili del fuoco di Ciampino: individuati i due naufraghi nelle acque di Terracina, li ha verricellati a bordo e quindi trasferiti su una motovedetta della guardia costiera. Da lì, arrivati al porto di Terracina, un’ambulanza li ha trasportati al “Fiorini”. Dove fino a sabato notte sono stati trattenuti in osservazione, oltre che per lo choc, per una lieve ipotermia.