Il Comune di Formia boicotta il referendum, esposto in Prefettura: “Violata la legge”

Le polemiche scaturite dopo la decisione da parte niente meno che del presidente del Consiglio dei Ministri italiano Matteo Renzi e dell’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano di consigliare ai cittadini di non andare a votare domani (17 aprile) il referendum per decidere se allungare la validità delle concessioni alle compagnie che estraggono idrocarburi dai mari italiani, non è poi così lontana anche dalle amministrazioni comunali. Meno esplicito nella forma ma altrettanto significativo nella sostanza quanto accade ad esempio a Formia in queste ore. In entrambi i casi però si profila una violazione di legge.

Nonostante il Comune di Formia abbia infatti, come d’altra parte ogni amministrazione locale, a disposizione gli appositi spazi elettorali per pubblicizzare l’evento referendario – come accade analogamente per ogni chiamata elettorale -, i panneli adibiti all’affissione dei manifesti pubblicitari per il voto sono, e sono stati dal momento del loro posizionamento, sempre vuoti e inutilizzati.


E’ chiaro che non c’è alcun interesse politico da parte della maggioranza di Governo cittadino di raggiungere il quorum valido per far passare il referendum, sulla scorta di quanto indicato dal Premier Renzi che, non a caso, è parte dello stesso partito di riferimento della maggioranza e del sindaco di Formia Sandro Bartolomeo, il Pd. Una chiara violazione alla legge per la quale quattro cittadini di Formia hanno esposto, con un’apposita segnalazione, la violazione di legge al Prefetto di Latina. D’altra parte lo stesso consigliere comunale del Pd Gennaro Ciaramella – capogruppo in Consiglio comunale (ex Sel) – si è allineato ai vertici del suo partito come ha pubblicamente dichiarato.

esposto

Allo stesso modo, sul palcoscenico nazionale, l’ex ministro Ferrero, ha deciso addirittura di querelare il Premier per il reato di induzione all’astensione – ai sensi dell’art. 51 della legge 352 del 25 maggio 1970 che recita: “… Chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie funzioni all’interno di esse, si adopera (…) ad indurli all’astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni (…)”. Eppure ci sono comunisti e comunisti. Non si capisce infatti come sia stato possibile che non abbia detto una parola su quanto accaduto a Formia la Sinistra locale che pure con il Pd governa. Una sinistra che fino a poco tempo fa si chiamava addirittura Sinistra, Ecologia e Libertà ed ora è si riconosce come Sinistra Italiana. Ora capiamo il perchè. Con una sola decisione sono riusciti a sconfessare i tre concetti: alla faccia della Sinistra, dell’ecologia e della Libertà.