La crisi d’identità del partito democratico in Provincia di Latina si arricchisce ogni giorno di un nuovo capitolo. Questa volta i protagonisti dell’ennesima spaccatura in seno al Pd arrivano da Castelforte dove da qualche mese è in atto una guerra per la scelta del candidato sindaco per il partito. Una guerra che sembra a questo punto arrivata alla fase conclusiva, non senza lasciare parecchi feriti sul campo. Alla fine le Primarie non si faranno, il candidato sarà Mario di Bello.
Un colpo di scena come solo il partito democratico è capace di fare peraltro sempre con lo stesso stile autolesionistico. Seguendo infatti una breve ricostruzione cronologica di quanto accaduto, basta riannodare il filo al 29 novembre scorso quando il direttivo invita i tesserati ad una riunione in presenza del segretario provinciale Salvatore La Penna per la discussione di un documento relativo alle Amministrative.
Il 13 dicembre successivo, facendo seguito alla prima riunione, si discute dell’individuazione del candidato sindaco senza che la possibilità delle elezioni Primarie venga presa in considerazione. Giancarlo Cardillo è il nome buono. Una decisione contro la quale il gruppo vicino a Mario di Bello si oppone presentando un ricorso di fronte alla Commissione Provinciale di Garanzia perchè si tratta di “Delibera illegittima ai sensi dell’art.18 dello Statuto per aver escluso dalla lista dei candidati a Sindaco il sig. Di Bello, presentando al Direttivo solo una candidatura, anche in presenza di due legittime candidature.”
Nel febbraio scorso il ricorso viene accolto e la deliberazione del direttivo del PD del 3.12.2015 viene annullata. Il coordinatore del partito Giuseppe Rosato ricorre però a sua volta però contro la decisione della Commissione Provinciale di Garanzia presentando ricorso alla Commissione Regionale di Garanzia del Lazio. Ma a metà marzo il ricorso presentato viene discusso e rigettato confermando quanto sentenziato dalla Commissione Provinciale di Garanzia. Insomma il candidato del Pd deve essere scelto con lo strumento delle elezioni primarie come stabilito dal comma 1 dell’articolo 18 dello Statuto. Si allinea anche il segretario provinciale La Penna che scrive ripetutamente al coordinatore del Pd per sollecitare l’indizione delle elezioni di partito. Va in atto uno scontro nel quale lo stesso Rosato rivendica autonomia.
Lo scontro tra i due continua e Rosato annuncia la risoluzione della disputa con una decisione unitaria del partito. Ma senza che nel frattempo vada in scena alcuna assemblea. E ancora La Penna viene persino diffidato “di non aver tentato una composizione della spaccatura con le riconosciute rappresentanze”. Da raccontare nel frattempo la partecipazione dello stesso Rosato all’inaugurazione di una legittima lista civica confermando la sua candidatura come consigliere nella stessa”.
Ma il segretario provinciale non sta a guardare e il 6 aprile manda in scena un’assemblea del partito a Castleforte durante la quale vengono indette le elezioni primarie per il giorno 16 aprile 2016. Viene comunicato che dalle ore 10.00 alle ore 12.00 di sabato 9, i candidati possono presentare le loro richieste corredate dal 10% delle firme degli iscritti alla commissione elettorale.
Nella giornata di sabato scorso si presentano solo due candidati, Mario Di Bello e Michele D’Onofrio, ma a presentare le firme sarà solo Mario Di Bello perché Michele D’Onofrio sceglie di fare un passo indietro e non presenta le firme scegliendo di appoggiare Gianfranco Testa (che però preferirebbe un sostegno unitario ndr). Insomma, alla fine c’è un solo concorrente e quindi le Primarie non si svolgeranno.