Albergo Bajamar a Formia, denuncia shock dell’ex socio: “L’ombra del riciclaggio di denaro”

Riceviamo e pubblichiamo una nota inviata da Luigi Di Marco, socio dell’hotel Bajamar srl – situato sul lungomare di Gianola a Formia – erede di Antonio Di Marco, cofondatore dell’albergo. La nota è redatta in forma di denuncia e di invito alla magistratura affinché avvii una indagine sull’acquisizione giudiziaria della struttura da parte di “una microsocietà di due immigrati slovacchi” (riportiamo il virgolettato come espressamente indicato nella nota, ndr). Un’operazione – da come viene esposta – affatto chiara e che evidentemente potrebbe potare a nuovi sviluppi sulla vicenda, anche perché si solleva il sospetto del riciclaggio di denaro. Aggiungiamo di aver contattato telefonicamente il signor Di Marco per avere maggiori precisazioni circa la nota, e in virtù dei contenuti. Il signor Di Marco ha preferito non aggiungere nient’altro su indicazione del proprio legale, invitandoci ad attenerci in questa fase alla nota inviata. Segue il testo integrale della nota (qui, giunta nel pomeriggio, il link dove leggere la risposta dell’avvocato della famiglia Ranucci).

“Lo storico albergo Bajamar di Formia affidato ad una microsocietà di due immigrati slovacchi, dubbi su una serie di passaggi societari avvenuti nel giro di tre  mesi. L’ombra del riciclaggio di denaro. Due soci fondatori chiedono l’intervento della magistratura.


L’hotel Bajamar di Formia quest’inverno per la prima volta in 44 anni di attività è rimasto chiuso per ristrutturazione e lavori di manutenzione straordinaria. Ma dietro questa scelta pur motivata da lavori necessari alla messa in sicurezza della struttura c’è un profondo mutamento nella società e nella gestione che potrebbe aver cambiato radicalmente l’assetto di una delle aziende più conosciute della città, biglietto da visita per i turisti e logo inconfondibile. Tutto è cominciato poco più di un anno fa con l’arrivo di un nuovo amministratore, Giuseppe Ruggieri, 74 anni, pensionato, di origini viterbesi, con molte partecipazioni azionarie in società soprattutto immobiliari e senza alcuna particolare esperienza specifica nel settore del turismo. La nomina avviene a maggioranza, non all’unanimità, dei soci della Bajamar srl, la società delle famiglie Di Marco – Centola che hanno creato l’hotel sul lungomare di Gianola nel 1972. Ruggieri dopo appena quattro mesi dal suo insediamento (avvenuto a febbraio 2015), come amministratore della Bajamar srl firma il contratto di acquisizione della Gestioni Alberghiere, una società con capitale sociale di 500 euro di cui egli stesso è proprietario al 100%: la stessa quattro mesi dopo risulterà avere un capitale di 10.500 euro. Dunque Ruggieri come amministratore di Bajamar srl acquista una società al prezzo di 10.000 euro e non si capisce il perché in quanto tuttora la Gestioni alberghiere è inattiva e non risulta abbia svolto servizi o forniture utili per Bajamar srl, la quale a sua volta è in difficoltà finanziarie; infatti ha chiuso il bilancio 2014 con un passivo di oltre 400mila euro.

Ma non è finita

Dopo questo investimento quantomeno dubbio i problemi economici di Bajamar srl non si sono risolti. Anzi. C’era da fare una ristrutturazione della struttura e la società avrebbe dovuto cercare crediti per via ufficiale (banche per esempio o contributi pubblici per le aziende in crisi). Invece, alla vigilia dell’inizio dei lavori succede qualcosa di diverso e curioso allo stesso tempo. Ruggieri non chiede un fido in banca ma decide di affittare un ramo d’azienda della Bajamar srl, quello più importante, il  know how dell’azienda, ossia l’attività di albergo e ristorazione, il segno distintivo dell’hotel che affaccia sul lungomare fino a quel momento rappresentato dai fondatori, ossia le famiglie Di Marco e Centola. Chi subentra a questi albergatori di Formia? Una società Immobiliare , la Immobiliare Stabili srl (con acronimo Ibs) amministrata da Raffaele Ranucci, il commercialista e politico di Formia, già assessore comunale alle attività produttive in quota a Forza Italia durante il governo del sindaco Michele Forte, attualmente indagato per lo scandalo della sezione fallimenti del Tribunale di Latina insieme al giudice Antonio Lollo, di cui era grande amico, al punto che gli faceva la spesa alimentare e lo ha assistito durante la degenza per l’intervento chirurgico.

Ecco la sequenza: il 30 dicembre del 2015 una piccola società immobiliare con sede a Roma e con capitale sociale di 10mila euro tiene un’assemblea dei soci nell’ultimo giorno utile dell’anno, il pomeriggio del 30 dicembre appunto; all’ordine del giorno c’è un solo punto: il cambio dell’amministratore che dal 2009 è Raffale Ranucci ma in quel momento l’assemblea dei soci decide di affidare lo stesso ruolo a Giuseppe Borraccio, un 61enne originario di San Vittore del Lazio in provincia di Frosinone ma residente da anni a Formia. Pochi giorni dopo, il 4 gennaio del 2016, la Immobiliari Stabili, affitta, appunto, l’hotel sul lungomare e ne diventa il gestore ufficiale. Il contratto di affitto per un canone di 120mila euro l’anno viene stipulato innanzi al notaio Costantino Iadecola di Cassino tra Giuseppe Ruggieri e Giuseppe Borraccio, anche se in quel momento il cambio di amministratore della Immobiliari Stabili non è ancora registrato in Camera di Commercio, presso il cui registro risulta ancora amministratore, appunto, Raffale Ranucci.

Chi si è preso il Bajamar? Lo sconosciuto Borraccio o l’illustre commercialista e politico di Formia?

Ad ogni modo nessuno di loro ha mai fatto l’albergatore nella vita e dunque questa appare solo come un’operazione di tipo finanziario non un investimento in un particolare segmento dell’economia di Formia. Il nuovo gestore dell’hotel è una società immobiliare che si occupa un po’ di tutto, anche di raccolta di rifiuti (per esempio)! Ma questa società, tramite una piccola clausola del contratto di fitto del ramo d’azienda, può mettere “riparo” ai problemi economici della Bajamar srl, infatti il cessionario Beni Stabili viene autorizzato (tra le molte altre cose) a effettuare “lavori di ristrutturazione” e a rientrare nella spesa attraverso lo scomputo dal canone di affitto. Quindi una piccola srl con 10mila euro di capitale si impegna a ristrutturare un albergo che vale almeno dieci milioni di euro e ha un fatturato annuo di circa 1,7 milioni di euro e alla data di tale impegno risulta che l’hotel di Gianola ha bisogno di lavori per un importa che supera il milione di euro almeno. Chi paga? Non si sa.

Si sa invece chi riscuoterà i soldi, la Ausonia Engeenering che ha eseguito i lavori di ristrutturazione, una società che oggi è di un imprenditore di Minturno ma che fino al 2012 era detenuta al 98% da Paolo Migliorato.

E in teoria dovrebbe pagare, ossia investire in questa impresa complessa la Immobiliare Stabili srl che alla data del contratto di affitto risultava essere di proprietà di Roberto Ranucci (98% delle quote), figlio di Raffaele Ranucci, a sua volta sfiorato dallo scandalo Lollo per la consulenza affidatagli dal giudice delegato arrestato un anno fa  in relazione ad una consulenza nell’ambito del concordato Cedis Izzi, in cui il padre Raffale era stato nominato sempre da Lollo quale estimatore dei beni; il restante 2% delle quote di Immobiliare Stabili srl erano (casualmente) di Paolo Migliorato, un imprenditore di Formia con diverse partecipazioni societarie, di cui la più importante nelle Terme Vescine srl, dove detiene il 38% del pacchetto ed è amministratore unico. Ma Paolo Migliorato e Roberto Ranucci hanno lasciato la Immobiliari Stabili subito dopo aver affittato la gestione dell’albergo Bajamar, forse proprio per l’entità dell’investimento. O forse per altro. Sta di fatto che dal 2 febbraio 2016 i proprietari di Immobiliare Stabili sono due cittadini slovacchi al 50% delle quote ciascuno; si tratta di Igor Pecha, 39 anni, e Robert Behar, 26 anni. Potranno i due sostenere il restyling e il rilancio dell’hotel Bajamar che finalmente dopo quattro mesi ha appena riaperto al pubblico in questi giorni?

Riassunto dei passaggi societari

Per riassumere: l’amministratore di Bajamar appena arriva si fa ricapitalizzare una sua società per 10mila euro e questo grava sulle casse dell’azienda-hotel, poi arriva una società che affitta l’albergo e per prima cosa si vende le quote a due sconosciuti ma prima dà incarico ad una società che è appartenuta allo stesso socio che aveva affittato, Paolo Migliorato, un vortice di cambi societari che rischia di non garantire alcun futuro all’albergo e soprattutto non si comprende chi sta mettendo il denaro né da esso provenga.
I figli di Antonio Di Marco, uno dei fondatori dell’azienda temono che questa operazione sia solo di tipo finanziario e non porti nulla alla gestione dell’albergo che anzi potrebbe essere stata depauperata in modo quasi irrecuperabile perché degli immobiliaristi  non possono garantire servizi turistici e l’unico imprenditore del settore, Paolo Migliorato non ha avuto remore a lasciare l’azienda a due immigrati che, senza razzismo alcuno, non possono condurre da soli una struttura di questo tipo.

L’appello di Luigi ed Elisabetta Di Marco è rivolto adesso alle istituzioni e alla magistratura perché venga fatta piena luce sui passaggi societari, sui veri interessi economici, sul ruolo di Ruggieri che non ha esitato ad acquisire una sua società da amministratore di Bajamar dove era arrivato per risanare la situazione economica.

“Chiediamo alla Procura di seguire l’odore dei soldi per capire cosa sta succedendo al Bajamar, dove si stanno prendendo decisioni che possono danneggiare l’albergo. Chi ha pagato le spese? E da dove vengono questi soldi? Siamo a Formia e i timori di riciclaggio di denaro non sono peregrini. Noi speriamo di sbagliarci e speriamo che sia in  atto una vera operazione di risanamento dell’azienda. Ma purtroppo potrebbe non essere così. Per questo è importante verificare e farlo adesso, prima che sia troppo tardi. Espropriare il Bajamar non sarebbe solo un danno per le famiglie che lo hanno fondato perché questo albergo, in fondo, è patrimonio della città. Metterlo nelle mani di riciclatori vuol dire danneggiare l’immagine di Formia e del suo turismo. Non vorremmo che qualcuno avesse già pensato di trasformarlo in appartamenti sul mare. Non sarebbe il primo caso. E, inoltre, visti i nomi che si alternano in questa storia non vorremmo che si arrivasse troppo tardi e magari scoprire casualmente da qualche intercettazione telefonica che cosa si sta tramando alle spalle di un’azienda storica di Formia. E’ già successo col pastificio Paone, come sappiamo bene. Al Comune di Formia chiediamo di rivedere la sua posizione in merito alle  autorizzazioni appena rilasciate. Specialmente se queste autorizzazioni erano finalizzate a mantenere i livelli occupazionali e alla salvaguardia di un bene di tutta la cittadinanza perché questo non sembra essere l’obiettivo, invece, dei nuovi gestori. Alla ASL infine chiediamo controlli assidui  per evitare che episodi, come quello dell’inquinamento appena verificatosi nel tratto di mare prospicente l’albergo, possano ripetersi con grave danno  ambientale oltre che d’immagine per l’intera riviera di levante e per Formia. Un’impresa di persone di Formia non avrebbe provocato un danno ambientale di quel tipo, ecco perché crediamo che debba essere fatta piena luce da parte di tutti su quello che sta avvenendo in quella struttura”.

La presente nota per la stampa è basata su visure della Camera di Commercio e su documenti consegnati ai soci aggiornati al 30 marzo 2016. Vi ringrazio per l’attenzione che vorrete dare a questa nota”.

Formia 31 marzo 2016

Luigi Di Marco, socio di Bajamar srl, erede di Antonio Di Marco, cofondatore dell’hotel Bajamar.