Il penultimo giorno del Mese della Legalità di Formia, come da programma, è stato quello dedicato alla relazione annuale dell’Osservatorio Comunale per la Legalità e la Lotta alla mafia. La prima notizia, però, arrivata a pochi minuti dall’inizio del dibattito, è stata l’assenza per motivi di salute dell’ospite principale dell’incontro: il prefetto di Latina, Pierluigi Faloni. E non solo: non presenti in sala anche il questore di Latina Giuseppe De Matteis e il segretario dell’Osservatorio Giulio Morgia.

Un incontro, tenutosi alla presenza del sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo e degli altri membri dell’Osservatorio comunale, al tavolo dei relatori anche il delegato Patrizia Menanno, da cui è emersa la situazione allarmante di Formia: dai beni confiscati alla criminalità organizzata al giro d’affari che s’insinua dietro la distribuzione delle slot machine, alla tematica relativa alla corruzione; i dati riportati dall’Osservatorio fanno capire quanta strada ci sia ancora da fare per contrastare questa piaga. Prendiamo per esempio le slot: il dato positivo è che il numero di esse a Formia è diminuito; il campanello d’allarme deriva soprattutto dalla mancanza di concorrenza nel settore, dato che oltre il 60% degli apparecchi (143 su 242) viene distribuito da una stessa ditta.
L’Osservatorio ha poi esposto i risultati di un questionario promosso per conoscere la posizione e la percezione dei dipendenti delle aziende formiane in merito alla questione corruzione. Ebbene, su un campione di 200 lavoratori chiamati a rispondere alle domande, solo 37 hanno restituito il questionario. Un dato che già da solo potrebbe chiaramente spiegare quale sia il livello di partecipazione e interesse rispetto a questo tema o, non ci sembra di esagerare, il grado di omertà. In base alle risposte ottenute, poi, è emerso che oltre il 40% degli operai dipendenti ha un livello alto di conoscenza del fenomeno e circa il 90% di coloro che hanno risposto lo ritiene un reato grave.

Secondo il 70% dei dipendenti che hanno risposto all’appello, la legalità risulta essere un vero e proprio dovere, mentre per il 23% di essi, e questo è un dato su cui si potrebbe riflettere, è addirittura un sogno irrealizzabile. Ma non è finita qui: per il 73% circa dei dipendenti, la corruzione è un fenomeno ben presente sul luogo di lavoro e il 44% lo ritiene un fenomeno frequente e abituale. Per molti di questi “intervistati” (il 30% circa), infine, è la burocrazia la prima causa scatenante della corruzione.
A prendere la parola è stato anche Andrea Cannavale, membro dell’Osservatorio, che ha dichiarato: “Quelli della criminalità organizzata e della corruzione a Formia rischiano di essere problemi che resteranno presenti nel tempo, se non li si affronta nel modo giusto. Serve combatterli con decisione, anche attraverso una maggiore cooperazione fra le forze dell’ordine. Uno dei problemi che vorremmo affrontare nel prossimo futuro e di cui abbiamo già iniziato a parlare con la polizia locale è quello delle residenze: molte di esse vengono acquisite a fini elettorali e questa sta divenendo una vera e propria piaga”.
E’ brevemente intervenuto anche il Sindaco: “L’Osservatorio è un organo indipendente e importante per la città di Formia, e spero che ci sarà sempre”.

Un dibattito che, inoltre, non ha mancato di intrecciarsi all’attuale clima di profonda tensione derivate soprattutto dalle numerose intimidazioni accadute negli ultimi tempi a Santi Cosma e Damiano, Castelforte e Minturno. Molto duro, ma da meno a suo modo non è stato il Sindaco, l‘imprenditore Williams Di Cesare che, come proponiamo nella parte di intervento tenuto in sala nello spazio dedicato alle domande dei presenti e nella successiva intervista rilasciata ad h24notizie.com, ha contestato la concretezza del Mese della Legalità e chiesto chiarezza sulla vicenda del Multipiano delle Poste e del collegato fallimento della Formia Servizi di cui al Tribunale di Latina il prossimo 27 aprile andrà in scena la prima udienza del processo per bancarotta fraudolenta a ex dirigenti e revisori dei conti.