Trasporti Latina, Pd: “Basta alla bugia della Metropolitana leggera, in realtà è un autobus”

Un incontro della segreteria del Pd di Latina nel 2015
Il tram su gomma, impropriamente chiamato metro leggera, è una soluzione obsoleta, economicamente insostenibile e inadeguata alla città. Il trasporto pubblico locale di Latina è uno dei temi principali che il Partito Democratico si propone di affrontare insieme al candidato sindaco Enrico Forte, quando avremo la responsabilità di guidare la città di Latina. Latina merita una mobilità urbana più efficiente, sostenibile e in grado di rispondere alle esigenze della cittadinanza, dei giovani che frequentano le scuole e l’Università, dei pendolari che devono raggiungere Roma, di tutte le persone che vorrebbero un sistema di trasporto pubblico capace di consentire il minor uso delle autovetture private, con risparmio economico e ricadute positive per l’ambiente.
In quest’ottica il tram su gomma, che troppo spesso è stato impropriamente e pomposamente definito “metropolitana leggera”, non è una soluzione adeguata. Innanzitutto è opportuno chiamare le cose con il loro nome: tram su gomma, infatti, è la definizione adottata dalla stessa azienda produttrice nei depliant che furono distribuiti dieci anni fa al momento della presentazione dei vagoni in Piazza del Popolo. La metropolitana leggera è definita da norme precise, che individuano tale mezzo come sistema di trasporto rapido che mantiene le caratteristiche della metropolitana classica, ad eccezione della portata oraria. Il Translohr, ossia il tram che a Latina è stato spacciato come metro leggera, non ha invece alcun aspetto in comune con la metropolitana: bisogna smettere di incantare i latinensi dandogli l’illusione di poter avere a disposizione un mezzo simile alla metropolitana romana.
Nel novembre 2009  il Partito Democratico convocò un’assemblea pubblica per discutere del progetto del tram, e bocciò l’opera che non risolveva nessun problema, ma anzi ne creava altri, specie sotto il punto di vista della sostenibilità economica. In contemporanea, i rappresentanti della destra cittadina, che sedevano in giunta e in consiglio comunale, approvavano gli atti inerenti il progetto esponendo i cittadini di Latina al rischio di doversi fare carico del tracollo economico dell’iniziativa. Meno di un anno dopo, infatti, il Commissario straordinario Guido Nardone, subentrato al sindaco sfiduciato Zaccheo, definì “totalmente squilibrato” il contratto stipulato con Metrolatina per la realizzazione del tram e pronosticò “conseguenze economiche gravi”. Infatti il tram su gomma rappresenterebbe un esercizio totalmente in grave perdita, per il quale si fa affidamento su un contributo della Regione Lazio cinque volte più elevato di quello in essere e completamente fuori dai parametri adottabili, visto che raggiungerebbe la cifra monstre di centinaia di milioni di euro per il periodo di concessione ipotizzato.
Infine, il tram su gomma è ormai una soluzione tecnicamente obsoleta, adottata in pochissime città al mondo (solamente otto) proprio a causa dei suoi evidenti svantaggi e problemi, e che la stessa Lohr – la ditta produttrice del Translohr – sta abbandonando a favore di mezzi più efficienti. E’ del tutto evidente, quindi, che il tram rappresenta l’ennesimo fallimento della destra che ha governato la città di Latina, i cui personaggi continuano imperterriti a proporre la propria candidatura come se nulla fosse. Bisogna essere chiari: il Partito Democratico lavorerà a una mobilità pubblica moderna e sostenibile, che garantirà la soddisfazione delle esigenze dei cittadini e posti di lavoro a lungo termine perché basati su progetti solidi. Il tram su gomma – e, per favore, smettiamola di definirlo metropolitana leggera ma chiamiamolo con il suo nome – è invece una delle tante, troppe cambiali che rappresentano l’incapacità e l’inadeguatezza di chi finora ha governato Latina.