Niente usura né estorsioni. Soprattutto niente spaccio di droga. Con i loro accusatori discussioni, ma per normali prestiti o per questioni personali. Si sono difesi così, davanti al gip Giuseppe Cario, Ferdinando Di Silvio, detto “Gianni”, e Fabio Di Stefano, detto “Il siciliano”, arrestati venerdì scorso dalla Mobile e difesi dagli avvocati Oreste Palmieri e Luca Amedeo Melegari.
Di Stefano, insieme al fratello Alessandro e a Ferdinando Di Silvio detto Prosciutto, è accusato di spaccio di droga e di aver estorto denaro, per un debito relativo a forniture di cocaina, ad Andrea Falzarano. Stessa accusa per Ferdinando Di Silvio detto “Gianni”, accusato anche, insieme alla moglie Laura De Rosa, di usura ed estorsione nei confronti di Rachid Harrara. Sabato scorso, a Rebibbia, è stata invece interrogata De Rosa che, difesa dall’avvocato Oreste Palmieri, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Mercoledì mattina a comparire davanti al gip Cario saranno i due indagati messi ai domiciliari, Alessandro Di Stefano e Ferdinando Prosciutto Di Silvio.