“Il mio amico Sindaco”, imbarazzo in Sala al “Mese della Legalità” di Formia

Una mano sulla spalla accompagnata da un caloroso “Ringrazio il mio amico Sindaco per essere ancora una volta qui”. Un gesto amichevole, parole confidenziali per cominciare il proprio intervento all’incontro organizzato e promosso dall’amministrazione comunale nell’ambito del “Mese della Legalità” ma che nella sala Ribaud del Comune di Formia venerdì pomeriggio (18 marzo) hanno creato qualche imbarazzo tra il pubblico presente.

A compiere quel gesto, a pronunciare quelle parole, reduce da una giornata impegnativa e decisamente più che positiva, forse spossato dalla stanchezza (operazione contro il Clan Di Silvio e arresto dell’autore dell’omicidio di Vincenzo Zuena a Fondi), è stato il questore di Latina Giuseppe De Matteis. A generare l’arrossimento della platea, la presenza al tavolo dei relatori del procuratore capo della Procura della Repubblica di Cassino Luciano D’Emmauele, prima volta in città, che sul Primo Cittadino nei mesi scorsi ha aperto alcuni fascicoli, uno dei quali con annessa richiesta di rinvio a giudizio per voto di scambio e abuso d’ufficio, udienza fissata il prossimo 7 luglio.


Da sinistra al tavolo dei relatori procuratore aggiunto di Benevento Giovanni Conzo, il procuratore capo della Procura di Cassino Luciano D'Emmanuele, la giornalista Angela Nicoletti, il sostituto procuratore a Benevento Assunta Tillo, il Questore di Latina Giuseppe De Matteis, il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo
Da sinistra al tavolo dei relatori il procuratore aggiunto di Benevento Giovanni Conzo, il procuratore capo della Procura di Cassino Luciano D’Emmanuele, la giornalista Angela Nicoletti, il sostituto procuratore a Benevento Assunta Tillo, il questore di Latina Giuseppe De Matteis, il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo
Il tavolo dei relatori: parla il procuratore capo di Cassino
Il tavolo dei relatori: parla il procuratore capo di Cassino

L’INCONTRO – Pur andato in scena con un’ora di anticipo rispetto al programma e in una sede diversa da quella inizialmente annunciata ovvero il teatro Remigio Paone, con conseguente, forse evitabile, ritardo anche di alcuni ospiti e del Sindaco stesso, rallentato a sua volta da un incidente a Terracina mentre rientrava da Latina, equilibratamente moderato dalla collega Angela Nicoletti, l’appuntamento si è infine aperto con l’intervento del Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Cassino, per la prima volta a Formia dopo la nomina nel settembre scorso, e l’insediamento il mese successivo, nella sede giudiziaria. Un discorso introduttivo all’interno di un dibattito incentrato sull’ “Economia inquinata”, tema del convegno e su cui  proprio giovedì (il giorno prima dell’incontro a Formia), D’Emmanuele era stato ascoltato nel corso dell’audizione tenutasi a Roma, Palazzo San Macuto, di fronte la Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlati.

A Formia, invece, il Procuratore Capo di Cassino ha suddiviso il proprio intervento, introduttivo al dibattito ha inteso precisare, in due parti: una prima più incentrata sul “nuovo” territorio acquisito dalla Sede dopo la riforma delle circoscrizioni giudiziarie che portò nel 2013, con polemiche annesse, litigi tra amministrazioni e fascicoli tutt’ora a rischio prescrizione, alla chiusura del Tribunale di Gaeta. Un cambio a suo modo epocale di cui resta un dispendioso “sigillo”: il palazzo di giustizia inaugurato solo pochi anni prima dal ministro della Giustizia Clemente Mastella, peraltro dopo una gestazione ventennale, e oggi pressoché abbandonato. “Sono qui per conoscere, dimentichiamo rivalse”, ha esordito il Procuratore Capo, poi affermando, con uguale convinzione, la certezza dell’insediamento sul territorio da parte delle organizzazioni criminali ma anche il lavoro, più volte elogiato, delle forze dell’ordine: l’importanza dello “stare sulla strada perché è lì che si acquisiscono le maggiori informazioni”, utili, lascia intendere, a raggiungere l’obiettivo della sicurezza per i cittadini e, quindi, dell’economia.

Non da meno la seconda parte dell’intervento, quando poi è entrato in sala anche il Primo Cittadino, dove, invece, D’Emmanuele ha argomentato, riferendosi a un contesto più globale, quasi una lectio magistralis, sul rapporto, spesso tormentato, tra l’economia, “fondamentale per sostentamento e progresso” e il diritto ovvero le leggi e la giustizia.

L’EX DISCOTECA MARINA DI CASTELLONE, I BENI CONFISCATI, LA CRIMINALITA’ IN PROVINCIA DI LATINA, IL 416 BIS – Movimentato da un furto in gioielleria andato in scena proprio poco distante dal Comune e che sarebbe stato denunciato dopo un’ora e mezza ma che ha, come immaginabile, improvvisamente visto “attivarsi” diversi tra i presenti in platea, l’incontro ha poi approfondito il tema dei beni confiscati e il lavoro, tutti i relatori hanno convenuto sul definirlo quasi impossibile per scarsità di operatori e carenze legislative, dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

L'ex Marina di Castellone
L’ex Marina di Castellone

In particolare, citando proprio Formia, il sindaco Bartolomeo ha ricordato le difficoltà poste dalla legge succedutesi nell’assegnazione, nei fatti ancora bloccata, dell’ex discoteca Marina di Castellone sequestrata al re delle ecomafie Cipriano Chianese, divenuta “un covo di topi e clochard” a causa dell’impossibilità di giungere a una definizione della vicenda. Un tema, quello della considerevole burocratizzazione del processo decisionale, condiviso dal Questore che si è poi soffermato sulla particolarità criminale della provincia di Latina: seicentomila abitanti, storicamente nuova, insediata da mafie formatesi, o giunte sul territorio già strutturate, in epoche diverse, incontratesi ed evolutesi “in modo particolare” secondo una iniziale divisione territoriale in alcuni momenti quasi geometrica. “Al sud la prevalenza della criminalità campana con presenza di calabresi, al nord più marcatamente siciliano – calabrese – ricordando gli allontanamenti coatti -, ma caratterizzata anche dalla presenza di gruppi rom”. Di cui ha sottolineato, riferendosi in particolare agli arresti andati in scena nella mattinata, le difficoltà a dimostrarne il reato associativo a causa dei numerosi vincoli che il 416 bis impone, “per alcuni casi superato storicamente (la legge è del 1982 viene ricordato ndr), e non più adatto alla dimensione quasi multimediale della realtà”.

BENI CONFISCATI: AL LIMITE VENDERE – Lo Stato non è un imprenditore – è poi ritornato sul tema dei beni confiscati il procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Benevento Giovanni Conzo, già alla DDA napoletana -, ma deve occuparsi di tenere in vita quei beni”, aggiungendo che, qualora essi non risultino adeguati all’economia del mercato, e quindi generino una perdita, vadano venduti cosicché lo Stato almeno possa fare cassa.

FORMIA CITTA’ DI RICICLAGGIO E INVESTIMENTI DUBBI – A riportare il focus sulla città e sull’ex Marina di Castellone, quasi apertamente sostenendo che il suo affidamento è un falso problema, è stato il sostituto procuratore alla Procura della Repubblica di Benevento Assunta Tillo. Venuta a vivere a Formia all’età di otto anni, ha raccontato alla platea, è entrata nel dibattito in modo fermo descrivendo le dinamiche economiche cittadine visibili chiaramente anche solo camminando per strada, “A Formia nascono S.R.L. per fare qualsiasi cosa e alcune non durano il tempo di approvare un bilancio”.

Ex Marina di Castellone da un'altra prospettiva
Ex Marina di Castellone da un’altra prospettiva

Parole senza appello come ai più sono apparse quelle sull’ex discoteca dove il Sostituto Procuratore ha ricordato la sua pregressa esperienza nella Procura di Roma: “Lì, in un caso pressoché analogo, si è riusciti nell’affidamento in brevissimo tempo”. Un ricordo che ha fatto tornare ad arrossire le guance dei presenti in platea. “Non è mai troppo tardi” ci permettiamo di aggiungere, quasi riecheggiando ai più in là con gli anni, presenti venerdì pomeriggio, il ricordo di una popolare ed educativa trasmissione televisiva degli anni ’60.

La Sala Ribaud in un momento dell'incontro
La Sala Ribaud in una fase iniziale dell’incontro

GLI ASSENTIIn una sala Consiliare non proprio piena in ogni ordine di posto, tutt’altro, quelli che in definitiva sono davvero mancati (oltre alla totalità degli organi di stampa che hanno disertato e nessuna nota dal Comune a raccontare l’evento: doppia stonatura considerata la prima visita in città del Procuratore Capo in città), sono stati proprio gli imprenditori che, invece, sarebbero potuti essere i protagonisti di un dibattito che in fine dei conti il “Mese della Legalità” nella giornata di venerdì ha dedicato proprio a loro. Vuoi l’orario infelice, le attività alle cinque del pomeriggio in una città che fonda la sua vita sul commercio come è Formia, e come è stato ribadito nell’incontro a più riprese, sono decisamente ancora aperte. In sala le assenze del settore sono state numerose, alcune “rumorose”, e di quei pochi presenti, pur potendo e nonostante i relatori abbiano argomentato generando un visibile interesse, nessuno ha inteso prendere la parola.

Ma questo ho avuto l’impressione abbia imbarazzato pochi e nessuno tra quanti erano seduti in platea. E, pertanto, ho dovuto scegliere un titolo diverso per il resoconto dell’incontro.