Subito dopo le manette, è crollato. Si è protratto per circa quattro ore e mezza, venerdì, presso la Questura di Napoli, l’interrogatorio richiesto spontaneamente da Antonio Fragione, l’uomo gravemente indiziato di essere l’autore materiale dell’atroce delitto dell’anziano ex muratore Vincenzo Zuena.
Accusato di omicidio a scopo di rapina pluriaggravato da premeditazione, futili motivi e uso di armi, dopo il fermo effettuato dalla polizia il 34enne fondano d’origine sperlongana, pronipote della vittima da parte di padre, è stato ascoltato dal pubblico ministero di Latina Cristina Pigozzo, per l’occasione impegnato in una repentina trasferta in Campania, essendo stato l’indagato rintracciato a Napoli, nei pressi della stazione. Ci sarebbero ancora diversi buchi, nelle ricostruzioni rese dal presunto killer, che però ha comunque fornito le prime ammissioni rispetto le contestazioni, assumendosi la piena responsabilità di quanto accaduto. Probabilmente, una volta che le forze dell’ordine avevano chiuso il cerchio, non ha retto al peso del massacro. Terminato l’interrogatorio-fiume, per Fragione, 34 anni compiuti appena due giorni prima dell’omicidio Zuena, muratore con problemi di tossicodipendenza, sposato e con due figli piccoli, si sono aperte le porte del carcere di Poggioreale. La convalida del provvedimento di fermo sarà affrontata nella mattinata di lunedì dal gip del Tribunale di Napoli. Al momento, tra l’altro, Fragione si trova senza difensore: il legale campano, d’ufficio, che lo ha assistito nel corso dell’interrogatorio in Questura nel frattempo ha rimesso il mandato.
IN TAXI COL KILLER. E IL COLTELLO DELL’OMICIDIO
A spasso con l’uomo finto in manette per l’assassinio, con tanto di arma del delitto a bordo. Come in un film, ma senza saperlo.
Vi si è ritrovato il tassista di Formia suo malgrado incappato nelle indagini sul brutale omicidio del pensionato trovato morto lunedì pomeriggio a Fondi, trafitto da circa trenta coltellate al torace nel suo appartamento al civico 207 di via Madonna delle Grazie: è stato il mezzo da lavoro dell’autista in questione, sul quale sono state anche rinvenute tracce ematiche che restano da analizzare, a trasportare chi secondo le indagini di Procura e polizia ha ucciso Zuena. Ovvero il 34enne Antonio Fragione, pronipote della vittima, sparito dalla Piana da prima del fatto di sangue (i familiari ne avevano denunciato la scomparsa ai carabinieri a inizio marzo) ed ammanettato venerdì mattina a Napoli, nei pressi della stazione di Piazza Garibaldi.
Secondo i riscontri investigativi, Fragione è giunto presso la palazzina fondana dove risiedeva il parente poco dopo le 17, a bordo di un taxi su cui era salito dalla stazione di Formia, dove era giunto con un treno proveniente da Napoli rimasto bloccato a causa di uno sciopero. Intorno alle 17,30 la mattanza, perpetrata a colpi di coltello da prosciutto, reperito subito prima con una scusa nel bar di fianco casa Zuena. Un quarto d’ora circa, per compiere il delitto. Subito dopo, la fuga. Sempre con lo stesso taxi, che aveva atteso il killer in strada.
Una morte “a domicilio”, insomma. Con l’ignaro tassista pontino trovatosi per tutta la corsa di ritorno – costata 150 euro e probabilmente pagata con parte dei contanti trafugati in casa della vittima – a dare le spalle al presunto autore del massacro. Il quale, nei circa 100 chilometri che separano la Piana di Fondi da Napoli, non avrebbe tradito particolari emozioni: aveva detto a chi lo stava accompagnando di dover andare da alcuni amici residenti nella città partenopea, appariva tranquillo, sembrava essere un cliente come tanti.
Eppure, stando alle risultanze delle indagini, non era per nulla così. Ed anzi con tutta probabilità in quei momenti Fragione aveva ancora con sé la lama utilizzata per l’omicidio del parente. Uno dei tasselli mancanti nel puzzle ricostruito dagli inquirenti: le ricerche sono appunto estese lungo tutta la tratta Fondi-Napoli percorsa dal taxi utilizzato per allontanarsi dalla scena del crimine. Come cercare un ago in un pagliaio, in mancanza di indicazioni precise. Anche perché non è ancora chiaro se Fragione si sia disfatto del coltello proprio lungo il tragitto, oppure solo (ed incredibilmente) dopo aver messo piede a Napoli, dove è arrivato con l’inconsapevole tassista alle 19,10.