Un efferato delitto che al momento ruota anche attorno a due lame sparite nel nulla. O forse ad un’unica lama. E’ proprio questo uno dei principali punti oscuri che in queste ore stanno mettendo a dura prova gli investigatori impegnati nella risoluzione dell’omicidio di Vincenzo Zuena, il 79enne originario di Sperlonga ucciso a Fondi lunedì pomeriggio. Ammazzato nel proprio appartamento di via Madonna delle Grazie con ripetuti colpi d’arma bianca che lo hanno attinto in varie parti del corpo, tra collo, spalla e fianco.
Coltellate, con tutta probabilità, inferte in maniera differente. Alcune sono più profonde, altre meno. Almeno otto, forse dieci o più, dato che alcune si presentano quasi impercettibili ad occhio nudo. Nessuna, almeno stando ai riscontri esterni sulla salma, potenzialmente mortale. Vale a dire che allo stato dei fatti non è escluso, ed è anzi probabile, che l’anziana vittima, ritrovata dalla moglie supina in una lago di sangue, sia spirata per dissanguamento. Particolare che, insieme a molti altri, sarà appurato entro breve secondo le risultanze dell’esame autoptico, che verrà effettuato alle 8,30 di giovedì dal medico legale incaricato dal sostituto procuratore Cristina Pigozzo, Maria Cristina Setacci. Sarà portato a termine a Latina, con la salma di Zuena che partirà dalla camera mortuaria del cimitero di Fondi.
In attesa degli esiti della necroscopia, Procura e polizia indagano nel massimo riserbo. Con, tra i tanti, un grosso punto interrogativo: le lame, come dicevamo in apertura. In base ai primi accertamenti effettuati nell’appartamento teatro del delitto, al secondo piano di una palazzina al civico 207, il 79enne ucciso sarebbe stato colpito da un coltello di dimensioni non eccessive, forse simile a quelli da posata. Un’arma comune, che non è stata rinvenuta né sul luogo del delitto né nelle immediate vicinanze. Svanita nel nulla, all’apparenza. Come, giusto poco prima del delitto, compiuto in un arco di tempo che va dalle 16 alle 18,45 circa, era svanito nel nulla un coltello di dimensioni a quanto pare simili in un bar situato a qualche metro da casa Zuena: una lama chiesta “in prestito” con una scusa da uno sconosciuto avventore, e mai tornata indietro.
Potrebbe essere proprio il coltello reperito nell’attività commerciale, quello utilizzato per colpire mortalmente il pensionato? Questo, il dubbio che, per vicinanza materiale e tempistiche dei fatti, sta assillando gli investigatori. E che potrebbe magari contribuire ad indirizzare le indagini, anche se, almeno per ora, non c’è alcun riscontro concreto che possa mettere in correlazione i due accadimenti. Come pure non ci sarebbero ancora riscontri degni di nota dalle analisi delle telecamere a circuito chiuso di alcune delle attività di via Madonna delle Grazie.
POTREBBE AVER APERTO ALLA MORTE. E PROVATO A DIFENDERSI
La pista seguita sin dai primi momenti dagli agenti del Commissariato di Fondi e dai colleghi della squadra mobile di Latina, coordinati dal sostituto procuratore Pigozzo, è quella del furto in casa finito male, con la vittima che potrebbe essere stata uccisa dopo essersi imbattuta per caso in un ladro. Eppure non ne sono escluse altre, come quella degli screzi personali. E forse non potrebbe essere altrimenti, considerando l’apparente particolarità di alcuni degli elementi su cui lavorano gli inquirenti. Come quelli che hanno portato a ipotizzare che chiunque abbia ucciso il 79enne sia entrato nel suo appartamento, in solitaria o in gruppo, dall’ingresso principale. Potrebbe essere stato lo stesso Vincenzo Zuena ad aprire la porta alla morte, palesatasi sotto le spoglie di qualcuno che forse conosceva, di cui magari si fidava.
Man mano che passano le ore, uno dei principali teoremi investigativi, seppure non l’unico. Per un delitto d’impeto che fatica a trovare una spiegazione logica. Tra i tasselli in mano a chi indaga, la mancanza di segni di effrazione sia sui due ingressi della palazzina, una cancellata e un portone, sia sulla porta di casa Zuena. Visibilmente a soqquadro, la sola camera da letto. Cassaforte intatta, come pure, ad una prima analisi, il contenuto del portafogli della vittima. Rinvenuta a pancia insù lungo il corridoio, a non molta distanza dalla porta, dalla moglie, uscita per delle commissioni. E che a quanto pare prima di morire accoltellata ha provato a difendersi, come testimonierebbe almeno un segno su una mano.
Intanto, in attesa di intrecciare alle ricostruzioni investigative gli elementi repertati dagli specialisti della scientifica e quelli desunti dal prossimo esame autoptico, la polizia sta continuando a sentire, uno dopo l’altro, residenti nella palazzina del delitto, titolari ed avventori delle attività commerciali della zona, parenti e conoscenti di Zuena. Confronti che in alcuni casi si sono protratti per ore intere (la moglie del 79enne, sentita solo nell’immediatezza, verrà riascoltata entro non molto), e inframezzati da un vertice presso il Commissariato di largo Evangelista tra il vicequestore Massimo Mazio, il capo della squadra mobile del capoluogo, il dottor Antonio Galante, e il sostituto titolare dell’inchiesta Cristina Pigozzo.
LO STATO C’E’. IL VERTICE IN PREFETTURA
L’omicidio di Zuena ha portato ad anticipare le tempistiche per la riunione del Comitato di coordinamento delle forze di polizia, vertice sulla sicurezza cittadina in agenda da tempo. A riguardo, il sindaco Salvatore De Meo e il prefetto Pierluigi Faloni si erano sentiti telefonicamente proprio lunedì mattina, qualche ora prima del delitto. La sera stessa, poco dopo aver appreso della tragedia, la decisione di vedersi a stretto giro. Un incontro tenutosi nella mattinata di martedì presso la Prefettura di Latina e durato circa un’ora, vedendo protagonisti, oltre che lo stesso dottor Faloni e il primo cittadino della Piana, i vertici delle forze dell’ordine provinciali. “Il sindaco ha rappresentato le preoccupazioni della cittadinanza in merito all’omicidio del signor Zuena”, ha spiegato in una nota il capo di gabinetto degli uffici di Piazza della Libertà. “Il Prefetto nel dare la sua piena disponibilità per ogni ulteriore approfondimento con l’amministrazione comunale sull’andamento della criminalità, ha assicurato, unitamente ai responsabili delle forze di polizia, la sua massima attenzione, disponendo da subito servizi mirati di prevenzione e controllo del territorio”. Un nuovo giro di vite volto ad accrescere il senso di sicurezza dei residenti, insomma, pesantemente minato dagli ultimi fatti di cronaca andati a precedere il delitto d’inizio settimana. Furti, rapine in casa. Situazione particolare.
IL SINDACO: “RASSICURATI”
Eppure, dati alla mano, rispetto al recente passato nel territorio di Fondi episodi criminali e reati in genere sarebbero diminuiti: “Circostanza emersa anche durante il vertice”, ha confermato il sindaco De Meo. “Un dato che non fa che confermare la bontà delle azioni di prevenzione e repressione messe in campo da tempo dalle forze di polizia. Certo, quello che è accaduto a Zuena è un episodio sconcertante, di estrema gravità, pur trattandosi comunque di un fatto di cronaca nera. Resto in attesa delle indagini e fin da adesso esprimo piena fiducia rispetto all’operato delle forze dell’ordine”. A margine della riunione sulla sicurezza, il primo cittadino è rinfrancato: “Ringrazio il Prefetto e i vertici provinciali delle forze di polizia, con cui da tempo sono in contatto proprio per porre alla loro attenzione le varie questioni locali. L’incontro appena avvenuto è stato importante perché ha rappresentato l’occasione, programmata da settimane, per fare un quadro reale sul tema sicurezza, dal centro storico alla periferia. Sono soddisfatto per le rassicurazioni avute e per aver percepito una forte vicinanza della Prefettura e dei rispettivi comandi provinciali alle esigenze del territorio. Ringrazio altresì il dottor Faloni per aver manifestato la piena disponibilità ad un ulteriore incontro in Prefettura da tenersi con la partecipazione anche dei capigruppo”.