Bruno Vespa fa un passo indietro e accetta patteggiamento sulla villa abusiva a Ponza

Bruno Vespa

Patteggia, poi ci ripensa e fa ricorso, e successivamente ci ripensa di nuovo e si tiene la sentenza emessa a suo carico dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina. Se il 24 aprile dell’anno scorso la vicenda degli abusi edilizi nella villa del giornalista Bruno Vespa, a Ponza, sembrava essersi conclusa con il patteggiamento accordato all’imputato dal giudice Mara Mattioli, così non è stato. Ora però quel provvedimento è definitivo e il conduttore di “Porta a Porta” è stato condannato a pagare anche le spese legali e 500 euro alla cassa delle ammende per aver bussato alla porta della Corte di Cassazione.

Sulla scorta di un esposto, ad aprire un’inchiesta su villa Vespa fu il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, delegando le indagini ai forestali del Nipaf. Gli investigatori scoprirono così che un tunnel all’interno della proprietà del giornalista a Cala Feola, con vista sulle piscine naturali, era stato diviso abusivamente, ricavando due spazi, uno destinato a magazzino e l’altro ad abitazione, con due camere e un bagno. Vespa venne indagato per abusivismo edilizio e violazione del vincolo paesaggistico. Il giornalista respinse le accuse, ma alla fine scelse la strada del patteggiamento, chiudendo la vicenda con 16.500 euro di ammenda, dopo che il giudice Mattioli gli aveva convertito anche i dieci giorni di arresto in pena pecuniaria.


Poi, però, l’imputato sembra aver avuto un ripensamento e ha impugnato quella sentenza in Cassazione, sostenendo che mancava di motivazione circa la sussistenza di cause di non punibilità e che non era stato applicato l’articolo del codice penale che esclude la punibilità per la particolare tenuità del fatto. Dovevano pronunciarsi gli ermellini. Ma sempre Vespa ha avuto un ulteriore ripensamento e ha rinunciato al ricorso, dichiarato così inammissibile, con la condanna per il giornalista a pagare le spese processuali e a versare 500 euro alla cassa delle ammende. Ora il caso Ponza per il conduttore di “Porta a Porta” sembra chiuso davvero.