Condannata la nonna armata. L’anziana di Fondi che nel giugno del 2008 assaltò – in maniera letterale – casa del nipote, minacciandolo ripetutamente di morte con un’ascia e una roncola. Oggi 82enne, giovedì è stata condannata dal Tribunale di Latina, presieduto dal giudice monocratico Rosmunda Zampi, a 5 mesi e 10 giorni di reclusione, pena sospesa. Un mese in più di quanto chiesto dal pm Milena Massa. A carico della donna, inoltre, il pagamento delle spese legali a favore della parte civile, rappresentata dall’avvocato Leonardo Feula.
Minacce aggravate e danneggiamento aggravato, i capi d’imputazione che hanno portato alla sentenza. Per una storia da lasciare a bocca aperta. Con una nonnina trovatasi quasi a ripercorrere – per i cultori del cinema – le “gesta” dell’invasato Jack Nicholson di “Shining”. Per una volta, parti invertite rispetto ai tristi episodi che si susseguono giorno per giorno sulle cronache nazionali, in cui gli anziani vestono sempre e comunque i panni delle vittime indifese. Vittima, nell’occasione, rischiava di restarci il nipote della donna condannata, all’epoca 25enne. Lei, d’origine napoletana ma nella Piana da decenni, difesa dall’avvocato Letizia Bortone, di anni ne aveva 74.
Stessa palazzina, ai bordi di corso Appio Claudio, nel centro storico; stesso pianerottolo. E una giornata di follia. Cominciata con un’irruzione in piena regola alle 7 del mattino: l’arzilla anziana penetrò nell’appartamento del nipote, sorpreso nel sonno, sfondando con un’accetta una porta in plexiglass. In una mano l’ascia, appunto, nell’altra – meglio abbondare che deficere – un “pennato”, vecchio attrezzo agricolo utilizzato anche per scuoiare i maiali, simile a una grossa roncola. Appena entrata, giù minacce di morte verso il malcapitato congiunto, rimasto incolume solo per caso, riuscendo per tempo a prendere le distanze dall’indiavolata nonna. Fuori di sé per il timore – infondato – che il nipote volesse appropriarsi del suo appartamento e “lasciarla in mezzo a una strada”, come ripeteva tra una minaccia di morte e un’imprecazione in dialetto. Non potendo nulla nemmeno il figlio – arrivato sul posto ma costretto a una repentina ritirata causa minacce – per fermare la furia della 74enne dovette intervenire la polizia. Che dopo lunghe trattative riuscì a bloccarla a fatica, sequestrando le armi e successivamente denunciandola a piede libero. Adesso, per la nonna “sprint”, la condanna penale in primo grado.