Truffa sui rifiuti a Ponza, decisi 15 rinvii a giudizio

Tutti a giudizio. Lo ha deciso ieri mattina il gup del Tribunale di Latina Giuseppe Cario per i 15 indagati, ora imputati, a vario titolo per truffa, frode in pubbliche forniture e abuso d’ufficio nell’ambito dell’affaire rifiuti a Ponza, lo scandalo che nel maggio 2013 portò, al termine di un’indagine durata due anni da parte del Gruppo Guardia di Finanza di Formia e partita dalla segnalazione di diversi cittadini, a quattro arresti (ai domiciliari) e undici denunce.

IMMAGINI E CONFERENZA STAMPA DELL’11 MAGGIO 2013


Giuseppe Miliano
Giuseppe Miliano

Accolto dunque per ora in toto l’impianto accusatorio sostenuto dal titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore della Repubblica di Latina, Giuseppe Miliano che in verità, all’epoca, ottenne anche il sequestro di beni nella disponibilità degli indagati (consistenti in quote di partecipazione), per un importo pari a 3,5 milioni di euro, in parte recuperato dagli imputati.

Tribunale di Latina
Tribunale di Latina

Il 17 maggio, l’amministrazione presieduta dal sindaco Vigorelli ha intenzione di costituirsi parte civile, compariranno in aula presso il Tribunale di Latina l’imprenditore Vincenzo De Vizia, il figlio Nicola De Vizia, Antonio Baris, referente della società in provincia di Latina, Antonio Avellino, referente della spa sull’isola, arrestati nel maggio 2013, l’ex sindaco Pompeo Rosario Porzio, gli ex amministratori Mario Pesce, Ettore Di Meglio, Giuseppe Mazzella, Lucia Anna Vitiello, Benedetto Sandolo e Silverio Capone, il funzionario comunale Fausto Balzano, e i membri della commissione che, il 27 febbraio 2009, assegnò l’appalto alla De Vizia, Pasqualino De Tata, Vincenzo Ialongo e Tonina Vaglioni.

Un momento della conferenza stampa del maggio 2014
Un momento della conferenza stampa del maggio 2014

L’INCHIESTA – Le indagini di fatto rivelarono come “il servizio presentava una moltitudine di irregolarità ed ingannevoli inadempienze non venendo eseguito secondo gli aspetti stabiliti nel contratto. Emerso, inoltre, che con la compiacenza di amministratori pubblici e funzionari dell’ente, la società appaltatrice aveva percepito, a fronte dell’ingannevole documentazione contabile presentata e attestante la regolare esecuzione del servizio svolto, illegittime liquidazioni di pagamento.

de-vizia-ponza
Un mezzo De Vizia all’ingresso del Comune di Ponza (foto archivio)

Tra le violazioni più significative, tra l’altro individuate anche grazie a particolari e sofisticati sistemi d’indagine autorizzati  dalla Procura della Repubblica, sono apparse ricorrenti e sistematiche la mancata raccolta della differenziata (ferma al 5%), la disonesta miscelazione con ‘indifferenziata, l’omessa pulizia delle strade, il mancato impiego di uomini e mezzi come da capitolato fino ad arrivare all’illecito smaltimento con il contestuale sotterramento dei rifiuti in alcune località dell’isola.

ponza panoramaOGGIAncora impelagati negli strascichi della vicenda De Vizia che rischiano di costare caro alle casse del Comune, comunque fiducioso di avere la meglio, il cosiddetto caso Ponza (insieme a quello Gaeta dove la società De Vizia operava nello stesso periodo) fu analizzato anche dalla commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie.

Oggi, dopo la gara del 2014 che vide partecipare otto ditte, attualmente l’appalto rifiuti a Ponza, anche questo nei mesi scorsi oggetto di attenzioni della Guardia di Finanza, è gestito dall’abruzzese Diodoro Ecologia srl che lo ha ottenuto dopo la vittoria nel novembre scorso davanti al Tar di Latina contro il Comune di Ponza che lo aveva affidato alla Gea srl.