Un paese in lutto, per la tragica morte di Alessandro De Luca, il 38enne pastore di Monte San Biagio investito lunedì su via Appia lato Roma, nel territorio di Fondi, da una Mercedes Classe B che lo ha colto mentre faceva rifornimento alla propria Apecar, rimasta fatalmente senza carburante.

A Monte San Biagio, dove era nato e aveva sempre vissuto, Alessandro lo conoscevano tutti. E conoscevano la sua travagliata storia. Una vita sofferta negli affetti, e contraddistinta anni fa anche da un brutto incidente stradale che lo fece rimanere in coma per mesi. Nonostante tutto, fino all’ultimo, non aveva perso affabilità, dolcezza e voglia di sorridere. “Una persona rara”, ha detto qualche conoscente. Come pure il 34enne indiano che insieme al figlioletto di tre anni viaggiava nell’Apecar di De Luca, travolta insieme a quest’ultimo e sbalzata in un fossato laterale. Trasferito in codice rosso al “Fiorini” insieme al piccolo e al 35enne monticellano alla guida della Mercedes, alla notizia della morte del 38enne lo straniero è scoppiato in lacrime, incredulo: in stato di choc, non faceva che ripetere di quanto quel suo amico fosse speciale, di come trattasse bene lui e i suoi familiari.
Lunedì sera la salma di Alessandro De Luca è stata composta e quindi traslata presso la camera mortuaria del cimitero di Fondi, dove si trova tuttora in attesa del nullaosta del sostituto procuratore di Latina Valerio De Luca per le esequie. Solo dopo il placet di via Ezio, la gente di Monte San Biagio si potrà raccogliere per salutare l’ultima vittima dell’Appia. Arteria killer, eppure dall’illuminazione spesso assente, oltre che troppe volte utilizzata come fosse un circuito di Formula 1.
Per quanto riguarda i tre feriti sopravvissuti al terribile schianto d’inizio settimana, si trovano ancora ricoverati. Hanno lesioni più o meno estese, ma nessuno è in pericolo di vita. Il più grave è il 34enne indiano, con diverse fratture su tutto il corpo, insieme al 35enne italiano in un letto dell’ospedale di Terracina. Il figlio del 34enne, con alcune ferite al volto, inizialmente doveva essere destinato al “Bambino Gesù” di Roma, mentre alla fine è stato ricoverato in osservazione presso il reparto di Pediatria dell’ospedale di Fondi. Tre miracolati, vista la dinamica.