Chiesa di San Giovanni Evangelista a Mare, un “restauro scellerato”

La nuova pavimentazione della Chiesa di San Giovanni Evangelista a Mare
Nicola Reale
Nicola Reale

Rilanciamo un intervento – denuncia comparso sulla pagina Fb e intitolato “I nuovi barbari” dell’ex consigliere comunale di Sperlonga Nicola Reale che nei giorni scorsi ha fatto visita alla Chiesa di San Giovanni Evangelista a Mare a Gaeta.

” “Vi sono momenti, nella vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre”. Con queste parole di Oriana Fallaci voglio introdurre una denuncia per uno scempio che grida vendetta.


L'arcivescovo D'Onorio
L’arcivescovo D’Onorio

Lo scorso 24 ottobre l’arcivescovo di Gaeta Fabio Bernardo D’Onorio ha riconsacrato e riaperto al culto, dopo un lungo periodo di chiusura a causa di dissesti statici, la storica Chiesa di San Giovanni Evangelista a Mare, un gioiello storico e architettonico, la costruzione più antica ancora esistente nel quartiere medievale di Gaeta.

Chiesa di San Giovanni Evangelista a Mare
Chiesa di San Giovanni Evangelista a Mare

La chiesa, in stile bizantino a croce latina, venne edificata tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo all’esterno della cinta muraria. Iniziò l’opera il duca di Gaeta Giovanni IV. Probabilmente venne eretta sopra un precedente “sacellum” o un precedente luogo di culto cristiano. E’ composta da 3 navate sorrette da materiale lapideo di spoglio romano e medievale, come le otto colonne, tutte disuguali fra di loro, sormontate da capitelli impreziositi da variegati intrecci di rami e foglie, fiori e rosette. chiesa-san-giovanni-mare-gaeta-3Mentre la navata principale termina con un’abside semicircolare, le due navate laterali terminano ognuna con una nicchia. La volta presenta al centro una cupola decorata dall’esterno con motivi arabo-normanni e siculi databili all’XI secolo e poggiante su quattro archi acuti. La facciata, molto semplice a capanna, termina con un piccolo campanile a vela. Un sarcofago romano riscolpito funge da altare.chiesa-san-giovanni-mare-gaeta-2 La chiesetta prende il suo nome dal fatto che anticamente affacciava direttamente sul mare ed era stata appositamente progettata con una forte pendenza del pavimento proprio per consentire all’acqua del mare – con l’alta marea – di entrare all’interno della chiesa (senza tuttavia raggiungere l’altare) e poi facilmente defluirne. Tale caratteristica strutturale permetteva ai pescatori di passaggio di entrarvi direttamente con le barche e sostare per una breve preghiera.

Chiesa di San Giovanni Evangelista a Mare dopo il restauro
Chiesa di San Giovanni Evangelista a Mare dopo il restauro

Il restauro e stato interamente finanziato da privati per un costo di 422 mila euro; il Comune di Gaeta ha autorizzato l’Archidiocesi ad eseguire i lavori e l’intervento ha regolarmente ottenuto il nulla osta preventivo della Soprintendenza ai beni architettonici del Lazio, ritenendoli “compatibili con le caratteristiche dell’edificio vincolato”. Sta di fatto che, a lavori ultimati, la deliziosa chiesetta ha perduto i suoi caratteri di unicità e risulta trasformata in un volgare manufatto bellamente intonacato. L’intervento, a dir poco scellerato, è consistito infatti nel rivestire con un intonaco color crema l’intera superficie, sia all’esterno che all’interno, uniformando il prezioso monumento alle abitazioni circostanti. chiesa-san-giovanni-mare-gaeta-4Non solo, ma la facciata che originariamente presentava un solo foro centrale sovrastante il portale, presenta ora altri due fori laterali, alterando significativamente l’armonia estetica della stessa facciata. All’interno, poi, oltre all’insopportabile intonacatura delle pareti, è stata fortemente ridotta l’originaria pendenza del pavimento e si è provveduto a sostituire l’antica pavimentazione con mattonelle stile cucina country. chiesa-san-giovanni-mare-gaeta-6Un vero e proprio pugno allo stomaco che lascia storditi, increduli e indignati. Insomma, un intervento di restauro che d’un sol colpo ha cancellato il tempo e la storia e con essi le vibrazioni del passato che ogni pietra della chiesetta di San Giovanni a Mare ancora ci raccontava. E’ stupefacente che la sinergia tra privati, Archidiocesi e Comune abbia prodotto un gruppo ben assortito di “capre-pensanti” che hanno concepito, autorizzato e realizzato un tale scempio, ed è ancora più incredibile che non ci sia stata una sola voce che si sia alzata per denunciare questo vero e proprio crimine consumato contro il patrimonio storico-culturale della città. I barbari sono ancora tra noi”.