Crea il Consorzio da vicesindaco, poi si dimette e diventa presidente del Cda. Storia di Leccese nel Coifal

L'intervento di Leccese

Incredibile colpo di scena nella vicenda Coifal a Gaeta. Uno dei principali accusati, assieme al sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano, di essere stato il responsabile per il mancato coinvolgimento del Consiglio comunale nella creazione del Coifal – che nei mesi scorsi ha scatenato furiose polemiche dentro e fuori al Consiglio comunale – ovvero l’ex vicesindaco Cristian Leccese, dopo aver lasciato l’incarico in giunta – per ricoprire ruoli di prestigio a livello regionale e nazionale nel partito di Forza Italia – in realtà è stato nominato presidente del Consiglio di amministrazione proprio del Coifal (per almeno tre esercizi sociali, che abitualmente corrispondono a tre anni). Insomma prima si è occupato di creare il consorzio rappresentando il Comune, poi è stato riconosciuto l’80 percento della proprietà consortile al privato e, infine, dopo essersi dimesso da vicesindaco è andato a fare il presidente del Consiglio di amministrazione del Consorzio che riconosce al privato Laziofarma Spa l’80 percento quindi anche delle spese, degli intoroiti e delle decisioni (Deliberazione nominativi CdA del_17.12.15). La retribuzione sarà di circa 2500 euro netti al mese.

Ha dovuto lasciare l’incarico di vicesindaco ed assessore ai lavori pubblici della città di Gaeta, per concentrare le sue energie in un altro incarico, ricevuto dal suo partito di appartenenza, ovvero Forza Italia. Queste le parole usate da Cristian Leccese poco prima di ufficializzare le dimissioni dalla giunta: … una scelta che mi permetterà di liberare le giuste energie per affrontare prossime sfide ormai all’orizzonte. Ho avuto l’onore di essere stato proposto per un incarico politico a Roma, ruolo a cui tengo molto e che ricompensa in qualche modo il lavoro ed i sacrifici fatti in questo ultimo anno di attivismo politico. In realtà non è mai stato ben precisato il ruolo che avrebbe dovuto ricoprire nel partito, neanche durante la conferenza stampa di presentazione di chi lo ha succeduto – Raffaele Matarazzo – e alla quale Leccese era presente.


Sta di fatto che qualcosa è successo. Non tutto deve essere andato per il verso giusto nei progetti di ascesa politica di Leccese (o forse sì). Perchè prima di lasciare, anzi, qualche tempo dopo aver lasciato gli incarichi di giunta, si scatena una vera e propria bufera sul Comune di Gaeta, con tanto di denunce penali per diffamazione, alla Corte dei Conti, alla Procura, attacchi politici trasversali e iniziative dell’amministrazione comunale tenute all’oscuro del Consiglio – stiamo ovviamente parlando della vicenda per la costituzione del consorzio farmaceutico Coifal – e che vede sul banco degli imputati il sindaco Cosmo Mitrano e proprio l’ex vicesindaco Cristian Leccese. Infatti i due sono stati gli artefici e gli unici a conoscenza di tutti i singoli passaggi che hanno portato alla costituzione del consorzio farmaceutico. La vicenda del Coifal emerse alla conoscenza dell’opinione pubblica grazie alle segnalazioni e richieste di spiegazioni del consigliere comunale Edoardo Accetta che, solo qualche mese prima, contro i suoi “ex” amici di partito aveva scatenato una bufera ancora più grossa, parlando tra le altre cose di Leccese come di un personaggio che operava per “fare favori personali”. Insomma una lotta tutta interna al partito, che probabilmente porterà Accetta a candidarsi fuori fuori da Forza Italia come prossimo sindaco di Gaeta.

Il caso scoppia e Leccese allora decide di tornare addirittura a parlare dai banchi del Consiglio comunale, come fosse ancora un membro della giunta, perchè sente la responsabilità diretta di relazionare – era ora – su tutti i passaggi della costituzione del consorzio, essendo stato lui stesso in prima persona ad occuparsene in qualità di vicesindaco di Gaeta. Tanto è vero che è sempre presente come delegato del Comune di Gaeta nel partecipare alla assemblee del Cda in fase di costituzione del consorzio. Perchè trattandosi di un consorzio composto da parte pubblica e parte privata, l’iniziativa ha origine dai Comuni di Gaeta, Bracciano (poi sciolto per irregolarità amministrative) e Castel Madama che decidono di unirsi per creare un ente partecipato. Riconoscendo però la grossa fetta di proprietà al privato – la Laziofarma Spa, con addirittura l’80 percento (Non si capisce come si possa parlare di farmacia pubblica con tali ripartizioni, ndr – Schema statuto atto costitutivo Laziofarma spa 1). Restano tuttavia una serie di domande alle quali ancora non si ha risposta, anche se fu lo stesso Mitrano in qualche modo a riconoscere che si sarebbe potuti essere più trasparenti. Vabbè meglio tardi che mai.

Intanto solo qualche giorno fa però è stata l’autorità garante del mercato e la concorrenza a bacchettare il Coifal per le procedure adottate, per aver violato le prescrizioni sulla libera concorrenza. Insomma un conflitto di interesse in piena regola, all’italiana. Perchè infatti è bene ricordare che “il verificarsi di un conflitto di interessi non costituisce di per sé prova che siano state commesse scorrettezze, può tuttavia costituire un’agevolazione nel caso in cui si cerchi di influenzare il risultato di una decisione per trarne un beneficio. L’essere in conflitto e abusare effettivamente della propria posizione restano quindi due aspetti distinti: un soggetto coinvolto, infatti, potrebbe non agire mai in modo improprio, tuttavia un conflitto di interessi esiste a prescindere che a esso segua o meno una condotta impropria“. Perchè si poteva in fase di costituzione precludere in qualche maniera alla politica di entrare nell’ente, ma non è stato fatto. Come detto ciò non significa che sia stato commesso qualche reato, e comunque non spetta a noi dirlo, ma certamente si tratta di una questione di opportunità.