“E alla fine anche gli esponenti del Pd si rivoltano contro le promesse da marinaio di Zingaretti. Ultimi, ma solo in ordine di tempo, a chiedere concretezza al presidente della Regione Lazio sono gli esponenti del circolo “Piancastelli” di Formia, gli irriducibili falce, martello e stella, costretti evidentemente a prendere atto del fatto che dopo tre anni l’operato di Zingaretti non sia più difendibile”.
Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone.

“Questo a dimostrazione che le nostre parole non erano dettate da prese di posizione politica ma dalla constatazione della realtà. Quella che trova voce nella disperazione dei nostri cittadini che continuano a scontrarsi con servizi carenti, costi lievitati e assistenza al lumicino. A chiedere interventi seri per l’ospedale Dono Svizzero di Formia, oggi sono gli stessi che, a maggio 2015, dieci mesi fa, quando venne pubblicata l’autorizzazione all’assunzione in deroga al blocco del turnover di tre cardiologi contestarono le nostre considerazioni. Definirono “il solito allarmismo” le nostre osservazioni che miravano ad evidenziare come tale provvedimento fosse una goccia nel mare rispetto alle effettive esigenze degli ospedali pontini e che le criticità di cardiologia ed emodinamica a Formia si sarebbero solo acuite. Per di più mandare due unità per cardiologia e non sostituire quelle andate in pensione non risolveva nulla.
E il risultato è che oggi le rassicurazioni di Zingaretti sul potenziamento dell’ospedale di Formia sono rimaste carta straccia tanto che il servizio di emodinamica non è ancora operativo h24, ma funziona solo dalle 8 alle 15 dal lunedì al venerdì. Altri reparti fondamentali, come la rianimazione sono ormai al collasso per assenza di anestesisti, e il servizio di emergenza urgenza a cui il Dono Svizzero di Formia è deputato non viene garantito per mancanza di personale.
E queste falle sono diventate voragini non solo a Formia ma anche al Fiorini di Terracina, che assorbe in parte il depotenziamento del San Giovanni di Dio di Fondi, che non ha personale sufficiente per coprire le richieste di entrambi i nosocomi e le esigenze dei reparti. Il San Giovanni di Dio di Fondi è diventato la caricatura di se stesso grazie al mancato potenziamento dei servizi di emergenza urgenza e del Pronto Soccorso, al mancato aumento dei posti letto del reparto neonatale, alla assenza dei servizi di supporto per l’ostetricia e la ginecologia. Per l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, che dovrebbe diventare Dea di II livello, continuano ad essere insufficienti gli anestesisti con ripercussioni sulla regolarità dell’attività operatoria.
In questo quadro desolante, di cui abbiamo citato solo alcuni esempi, si aggiunge la mancanza degli strumenti fondamentali per svolgere l’assistenza tanto che i dipendenti del Goretti di Latina sono stati costretti a comprare i guanti monouso al supermercato. In questi tre anni Latina e la sua provincia hanno dimenticato anche il volto del presidente della Regione Lazio con l’unica certezza che in vista delle imminenti elezioni amministrative si rivelerà di nuovo, in tutto il suo splendore, e con nuove promesse da marinaio. Lo attendiamo anche noi nella speranza che saltando da una conferenza stampa all’altra abbia il tempo di fare un giro tra le macerie in cui lui stesso ha trasformato le nostre eccellenze. Di una cosa Zingaretti può essere certo, le emergenze della sanità pontina non si risolveranno da sole o continuando ad ignorarle. Serve una pianificazione seria e concreta. Le chiacchiere stanno a zero”.
La Lettera del 13 febbraio del Partito Democratico – Circolo “Giuseppe Piancastelli-Giuseppe Diana”, il Coordinatore Francesco Carta
Al Responsabile della Cabina di Regia della Regione Lazio,
Dr. Alessio D’Amato
Al Direttore Aziendale ASL Latina
Dr. Giorgio Casati

“La Cardiologia dell’Ospedale di Formia ha bisogno di un intervento urgente. E’ necessario assumere le unità mediche in sostituzione di quelle andate in pensione. Allo stato attuale, 7 medici non possono garantire i turni di guardia e contemporaneamente le prestazioni ambulatoriali esterne quali ambulatorio divisionale il mercoledì, i P.A.C. cardiologici, gli Ecocardiogrammi urgenti esterni e le visite con ECG urgenti il giovedì, i test da sforzo urgenti e di elezione il martedì. La soluzione non può essere la ulteriore contrazione delle prestazioni erogate. In queste condizioni c’è il rischio della chiusura del servizio di Elettrofisiologia e Cardiostimolazione che, allo stato attuale, oltre agli impianti dei PMK definitivi, effettua migliaia di controlli ambulatoriali. Ben 4.600 controlli sono stati effettuati nel 2014 e 4.758 nel 2015 (dati C.U.P.). Dei due sanitari addetti all’Elettrofisiologia, di fatto, resta un solo operatore in quanto l’altro, il cui pensionamento è previsto nel mese di Agosto prossimo, ha circa 300 giorni di ferie da fruire.
Ci sono poi altri due medici di reparto con contratto a tempo determinato, dei quali uno rischia di andar via in quanto è stato richiesto dall’Ospedale Cardarelli di Napoli. Anche in tal caso perdere un medico, se non due, che ormai è pienamente inserito nell’attività del reparto diventa una ulteriore difficoltà. Naturalmente resta insoluto il problema dell’Emodinamica, attiva solo nei giorni feriali e nell’orario 8 – 15. Pertanto è assolutamente indispensabile esercitare le deroghe al blocco delle assunzioni nel 30% (dei pensionamenti) consentito dalla Regione Lazio. Come già detto, la riduzione dei servizi erogati per recuperare personale da impegnare nei turni di guardia, non è soluzione praticabile in quanto determinerebbe una grave perdita in termini di assistenza.
Il piano di indirizzo, approvato nel Dicembre 2014, prevedeva il consolidamento dei servizi ospedalieri nel centrosud ed in particolar modo dell’ospedale di Formia, sede di DEA e riferimento degli ospedali di Fondi e Terracina. La distanza da Latina obbliga a rendere autonomo il complesso ospedaliero sud e, nello specifico, ad utilizzare i fondi dell’ex articolo 20 per programmare la realizzazione del nuovo ospedale del golfo.